“In questa squadra si innesca una vera e propria psicosi. Sono felice che sia arrivato il successo perché questo mi permetterà di poterci lavorare con serenità. Anche perché la sorte non ti aiuta due volte e soprattutto non so se il mio cuore reggerebbe di nuovo”. Gian Piero Ventura accoglie con una battuta la grande paura vissuta in extremis contro l’Entella, cinque minuti da brividi che potevano compromettere per la terza volta il successo in casa granata dopo i pareggi maturati all’ultimo secondo contro Frosinone e Perugia.
“Ma la svolta non era la prestazione di oggi bensì proprio la bruttissima prova di Pisa -ammette Ventura-. Alla squadra avevo chiesto di prendere quella partita come esempio per capire cosa avrebbero voluto in futuro. Sono contento perché ho visto applicazione, attenzione, mettendo in campo anche un discreto gioco contro un avversario ostico al quale abbiamo concesso appena tre palle gol, tra l’altro una arrivata da un errore dell’arbitro, l’altro su una frittata nostra”.
Tre punti che regalano di nuovo il sorriso anche dopo i debutti più che positivi di Gondo, Pinto e Lombardi. “C’era bisogno di freschezza e ho deciso di lanciarli anche perché non li mandavo al macello – ha dichiarato Ventura – .Sono stati bravi, hanno fatto bene mettendo in campo personalità e conoscenze. Tutti sanno quanto Jaroszynski fosse importante ma mi sono fidato di Pinto, seppur il polacco fosse utilizzabile dal primo minuto, perché lo reputo un calciatore validissimo. Così come Gondo che ha dato aggressività e spunti all’attacco”.