La necessità di vaccinare più in fretta possibile presuppone la possibilità di elaborare un modello alternativo per smaltire le dosi ancora conservate nei frigoriferi, superando gli intoppi provocati dai sistemi informatici o dalle macchine organizzative regionali non ancora oliate. La vaccinazione a sportello ha una sua immediatezza e si fonda su un criterio semplice: chi si presenta all’hub e ha più di 60 anni riceve la dose. Fino a esaurimento delle scorte. Senza prenotazione, e con un’elevata probabilità che si crei un benefico effetto competizione tra coloro che sono intenzionati a vaccinarsi. Un sistema sperimentato nei giorni scorsi in Basilicata con successo. I numeri riportano di un’impennata: raddoppiate le somministrazioni, in alcuni casi anche triplicate. Un modello su cui sta ragionando anche il commissario Figliuolo, cercando di non snaturare il criterio stabilito dalla stessa struttura commissariale: quello anagrafico. Per poter procedere con lo sportello, però, è necessario un intervento diretto della Protezione Civile per regolare l’afflusso. A Potenza e Matera, all’esterno degli hub si sono creati assembramenti e quanto accaduto ha indotto la stessa Regione Basilicata a sospendere la pratica. C’è chi poi, come la Sicilia, ha invece optato per le giornate dedicate: da venerdì a domenica open day per gli over 60. Non a caso sono state le Regioni del Sud a muoversi in questa direzione, quelle che hanno un maggior numero di scorte di AstraZeneca nel frigo. E proprio in merito alla sfiducia nei confronti del vaccino anglo-svedese si concentrano i motivi di un cambio di registro, per ovviare alle rinunce sempre più frequenti, al numero sempre più elevato di cittadini che aderiscono e poi non si presentano, oppure che chiedono la somministrazione di un vaccino diverso.