Inaugurata la quinta stagione di Mutaverso, la rassegna teatrale itinerante realizzata e diretta da Vincenzo Albano; ben cinque mesi di programmazione (dal 22 Gennaio al 24 Maggio) con 23 appuntamenti durante i quali saranno in scena compagnie provenienti dal territorio nazionale ed internazionale. Cinque le location salernitane che ospiteranno gli eventi: il Teatro Antonio Ghirelli, l’Auditorium del Centro Sociale, l’ex chiesa dei Morticelli, A casa di Andrea Onlus e il Piccolo Teatro del Giullare.
Questa nuova stagione, concepita in maniera trasversale nei contenuti e nei linguaggi, attraverserà il campo dell’arte con spettacoli teatrali, musica, poesia e letteratura. Tanto per citarne alcuni: il concerto di Ivan Talarico per presentare l’ultimo disco uscito nel 2019; il reading sulle personalità artistiche di Poli e Bowie attraverso una lettura binaria di alcuni loro testi portati in scesa attraverso la voce multi-identitaria di Marco Cavalconi; e ancora, il reading e recital sul percorso esistenziale e poetico di Piero Ciampi, artista incompreso; il reading di alcune delle più belle confidenze di Mariangela Gualtieri, poetessa cesenate in un concerto poetico di tenerezze e incanti tenuto da Roberto Latini; il Teatro–Novela con attori e pupazzi con materiale comico sperimentale e surreale scritto da Nano Egidio.
Vincenzo Albano, da sempre predisposto ed interessato alla drammaturgia, fonda nel 2012, sempre a Salerno, Erre Teatro, un’associazione finalizzata alla promozione e programmazione di spettacoli ed iniziative interdisciplinari e di propedeutica artistica. Nel 2013 nascono le prime attività di programmazione sempre fortemente orientate al teatro, esperienze brevi tra cui due edizioni di Teatrografie, due edizioni di Per voce sola, un’edizione di Geografie, tutti progetti attinenti alla programmazione teatrale che però, pur avendo una loro identità molto marcata, si esaurivano in un breve ciclo vitale.
Mutaverso (Teatro) è il progetto che più marcatamente incarna il profilo, lo scopo e la vocazione dell’associazione e di Vincenzo, cercando di diventare un’esperienza permanente e trasversale da un punto di vista artistico-culturale. Con Mutaverso infatti Vincenzo ha immaginato una programmazione più duratura su cui realmente investire.
“L’unico modo per far crescere l’evento è tenerlo in piedi – ha spiegato Vincenzo – arricchendolo di contenuti e linguaggi performativi diversi cercando di parlare ad e incontrare un pubblico vario che possa meglio rispondere all’offerta proposta’’.
L’evento aumenta, dunque, il numero e la caratterizzazione degli appuntamenti artistico-culturali per cercare di esporsi ed imporsi come realtà permanete e strutturale all’interno del panorama culturale salernitano, estremamente ricco, ma purtroppo poco efficace nel fare rete in maniera sostanziale e concreta, nel condividere e credere in progetti da portare avanti senza tradirne l’essenza. Ampliando i propri orizzonti, Mutaverso cerca di donare imput trasversali per accrescere una risposta ancora non pienamente incoraggiante; troppe persone ancora non colgono l’importanza e la bellezza dell’andare a teatro e la fascia generazionale dai 15 ai 25 anni sembra mancare di stimoli, risulta incapace di ”mutare verso”.
Del resto, uscire dalla propria confort zone è un passo difficile, specialmente in quest’era estremamente social che ci illude che restare sempre connessi sia un modo per essere in continua comunicazione, mentre invece ci limita nell’esporci a vere conoscenze, nuovi incontri, nuovi modi di essere, nuove prospettive. Questo del resto è lo scopo del progetto di Vincenzo tradotto graficamente nel pipistrello capovolto, simbolo di Mutaverso.
Il pipistrello è infatti l’unico animale in grado di avere una prospettiva visiva che gli permetta di vedere le cose in maniera normale, anche a testa in giù, anche al buio; un pipistrello con i lineamenti abbelliti, gli occhioni sgranati ed un accenno di sorriso che trasmette un senso di intimità. Sì, intimità: una parola che ben si addice al teatro, che pur essendo un posto pubblico, rafforza il nostro senso di appartenenza, ci insegna a comunicare pensieri e sentimenti e risveglia quel bisogno psicoterapeutico insito in ognuno di noi e che, per mezzo dell’idea aristotelica della catarsi, apre via d’uscita distensive dalle proprie emozioni, insegnandoci ad educarle e a diventare soggetti sociali attivi, in grado di ”mutare verso ” e non farci travolgere passivamente e acriticamente dai cambiamenti.
“Il teatro non può cambiare il mondo, ma può cambiare gli spettatori e gli spettatori – se lo desiderano – possono cambiare il mondo”, lo diceva Brecht.
Gli appuntamenti di febbraio sono moltissimi e tutti estremamente interessnti. Domani sera, alle ore 21.00, presso A Casa di Andrea Onlus, Nano Egidio presenterà “Luisa, uno sguardo oltralpe”, soap opera moderna e contemporanea. Il 21 febbraio, sempre alle ore 21.00, presso l’Auditorium del Centro Sociale di Pastena andrà in scena “Segnale d’allarme – la mia battaglia VR” di Elio Germano. E ancora il 27 e 28 febbraio al Piccolo Teatro del Giullare, alle ore 21.00 sarà la volta di “La vecchia – teatro malinconico”.