Il nemico invisibile si nasconde tenacemente dietro asintomatici untori, qualcuno è arrivato a stimare una presenza di contagiati nel nostro Paese pari a 5 milioni di persone. E le incognite relative alle recrudescenze e al comportamento del virus sul lungo termine sconsigliano di formulare ipotesi sulla fine della quarantena di massa e sul successivo periodo di convivenza forzata con il virus.
Ma il premier Conte sa benissimo che ogni mese di chiusura manda in fumo, secondo il Fmi, circa 60 miliardi, conosce ogni singola difficoltà: la tenuta economica e sociale del Paese è imprescindibile quanto la lotta al virus. Ne deriva il futuro di molte persone nonché la possibilità di garantire l’ordine pubblico. Ma il lockdown proseguirà ancora per qualche settimana, il picco attuale lascia al fattore “Ro” l’indicazione sull’allentamento. Quest’ultimo deve scendere sotto il numero 1, cioè quando un contagiato in media infetta meno di una persona. Al di sopra di questa soglia le autorità manterranno il blocco totale.
I dati incoraggianti diffusi dal Dipartimento della Protezione Civile mostrano i primi segnali di una discesa dell’epidemia, anche se resta alto il numero dei morti ma al livello più basso dal 19 marzo scorso. Decisivo il dato sulla drastica riduzione del numero dei pazienti in terapia intensiva. Stesso l’Iss parla di avvio della fase 2 se questi dati dovessero trovare conferma. L’inizio di una riflessione su come mantenere bassa la diffusione della malattia per allentare le misure restrittive.
Le regioni del Sud sono ancora considerate nella prima fase dell’epidemia, seppure con numeri smorzati dall’efficacia delle misure di contenimento: al momento del lockdown nazionale al Sud si registravano meno di 200 casi. Secondo la pagina “Coronavirus – Dati e Analisi Scientifiche”, il fattore tempo è stato determinante per la gestione dell’epidemia al Sud, sia in termini di contagio spontaneo, grazie alle misure restrittive, sia in termini di ricerca dei positivi, attraverso l’esame del tampone al maggior numero di persone anche con sintomi lievi. La gestione del fenomeno da parte delle Regioni è stata tale che il rientro di massa non sembra aver inciso particolarmente sulla situazione generale.
Consultando i dati aggregati di tutto il Sud Italia si nota come la crescita è rimasta esponenziale per breve tempo, con un’ulteriore riduzione dell’incremento dei casi negli ultimi 10 giorni, che ha reso la crescita dei contagi sostanzialmente lineare. Scomponendo i dati per regioni, si vede che il trend è influenzato principalmente da Puglia, Campania e Sicilia, con un contributo minimo della Calabria e non rilevante di Basilicata e Molise.