Motore, ciak, azione e la meravigliosa macchina della settima arte si mette in moto, mentendo abilmente in soli ventiquattro fotogrammi al secondo e raccontando a noi spettatori storie di ogni genere. Oggi, anche se con un po’ di ritardo, tocca al mitico film d’animazione dal titolo: Toy Story 4. Distribuito dalla Walt Disney Pictures. Uscito nei maggiori cinema italiani il 26 giugno 2019 ed ancora presente sul territorio campano in una decina di sale cinematografiche.
La mia ponderata riflessione ha inizio dall’impeccabile incipit altamente cinematografico di Toy Story 4. Fin dai primi frame, Josh Cooley rispetta tutti i canoni di questa grande saga d’animazione, lanciando subito lo spettatore in un vorticoso ballo dalle sfumature fusion dove le immagini e i suoni, sapientemente montati e mixati da quel genio di Geddes e la sua combriccola confezionano il prodotto audiovisivo rendendolo più che godibile. Anche per le persone adulte. (Per cortesia iniziamo a sfatare questo brutto mito, i film d’animazione sono per tutti, anche per i meno giovani. Iniziamo a buttare giù questo muro chiamato “cliché” alto troppi metri dove abbiamo sepolto la nostra vera essenza cinematografica).
Non vi nascondo che ero molto preoccupato e sinceramente scettico su questo nuovo film della Pixar. Pensavo tra me e me: “Questa è l’apocalisse di un classico, Toy Story 4 servirà solamente per fare altri soldi facili”.
(Che poi non vi è nulla di male sia chiaro).
La mia perplessità più grande oltre alle numerose vicissitudini di produzione che sono trapelate qualche anno prima dai piani superiori della Pixar ovvero: I numerosi cambi di sceneggiatura il passaggio di testimone per la regia, da Lasseter (che è il padre/regista della saga) a Cooley. Che attraversano un po’ tutti i film importanti e con una produzione altisonante alle spalle, era riguardo alla riapertura di una saga/franchise che si era chiusa più che decentemente nel terzo capitolo. (La chiusura del terzo capitolo strizzava l’occhio alla perfezione, l’arco narrativo che attraversa Andy e Woody era concluso).
E invece, a dispetto di tutto ciò, il film è più che riuscito, emoziona e diverte allo stesso tempo rendendo più che sensato il tutto con diversi colpi di scena geniali, lasciando così lo spettatore sorprendentemente colpito.
È incredibile il lavoro di tutta la macchina cinematografica che muove la Pixar, si evolve in maniera spaventosa nelle tecnologie e nelle maestranze, ma lascia sempre tutto così com’è, non tende a snaturare niente, avvicinandosi sempre di più alla perfezione cinematografica in qualsiasi storia che realizza.
Anche in Toy Story 4 ha lasciato quel sapore antico che si evince in alcuni valori che la saga ha sempre avuto, quali l’amicizia, l’amore, la famiglia ecc… Insomma,se non avete visto questo film recuperatelo subito,vale lo stesso per gli altri tre film di questa meravigliosa saga d’animazione dove vi è lo zampino del visionario ragazzo di San Francisco, Steve Jobs.
Proverete la magica ebbrezza di tornare bambini.
Solo per qualche ora però, non fateci l’abitudine.