Dopo la Corte di Cassazione anche il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari richiesto da 71 senatori di vari gruppi. Il 29 marzo l’Italia tornerà al voto, come comunicato da Palazzo Chigi. L’ufficialità arriverà attraverso un decreto del presidente della Repubblica. La maggioranza, dopo aver incassato il successo in Emilia-Romagna, ha accelerato i tempi perché la probabile vittoria del sì stabilizzerebbe una legislatura fino ad adesso precaria. Contemporaneamente i Comitati per il No chiedono che ci sia un’adeguata campagna che coinvolga l’opinione pubblica.
La riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari riduce i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. L’istituto dei senatori a vita è conservato fissandone a 5 il numero massimo mentre finora 5 era il numero massimo che ciascun Capo dello Stato poteva nominare. Si tratterà del quarto referendum costituzionale confermativo della storia della Repubblica. Il referendum non avrà quorum, perché non si tratta di un voto abrogativo. E’ sufficiente che i consensi superino i voti sfavorevoli. Se il risultato della consultazione è positivo, il Presidente della Repubblica promulga la legge. In caso contrario, la riforma non sarà approvata e l’esito della consultazione verrà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.