Il rapporto Spiagge 2019 di Legambiente offre una panoramica delle strutture che fanno della qualità ambientale il proprio segno distintivo. Stabilimenti che hanno scelto di essere plastic free, di coinvolgere i bambini in progetti di educazione ambientale, di recuperare tratti di dune, di valorizzare prodotti a chilometro zero, di utilizzare piante autoctone, di scegliere una gestione flessibile e aperta a tutti degli spazi in concessione, di produrre energia e acqua calda per le docce con pannelli solari, di utilizzare solo legno e materiali naturali per le strutture, di puntare su una accessibilità per tutti che superi ogni barriere, di premiare e aiutare con spazi ad hoc chi si muove in bici o con mezzi di mobilità elettrica, di raccontare ai turisti la storia e la cultura dei territori in cui sono ospitati, di realizzare interventi di recupero delle tartarughe ma anche di valorizzazione della costa e pulizia assieme a associazioni e parchi naturali. In provincia di Salerno sono 4 gli stabilimenti menzionati nel rapporto.
Posidonia Beach Club – Marina di Ascea (Salerno)
Il Posidonia BeachClub negli anni ha ricostruito la duna alle spalle dello stabilimento, spianata da precedenti gestori per realizzare un parcheggio. Inoltre presenta un impianto fotovoltaico ed un orto in spiaggia che utilizza anche a scopo didattico durante l’autunno o la primavera. Il ristorante usa il più possibile prodotti locali; per le feste usa la Silent Disco. Lo stabilimento è praticamente tutto in legno con scarsissimo impatto paesaggistico.
Lidi del Parco – Marina di Camerota (Salerno)
I Lidi del Parco è un marchio d’impresa creato dall’Associazione Stabilimenti Balneari Marina di Camerota in partenariato con l’Ente Parco Nazionale del Cilento. Chi ne fa parte attua la raccolta differenziata (avviata in tutte le strutture associate all’inizio dell’estate 2005), partecipa alle diverse giornate ecologiche per la pulizia dei fondali e delle spiagge promosse in questi anni in collaborazione con istituzioni ed organismi importanti quali Legambiente Campania, il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, la Provincia di Salerno, la Comunità Montana Lambro e Mingardo e il Comune di Camerota, ma fa anche azioni volte alla didattica in spiaggia per la protezione e la valorizzazione delle aree dunali, partecipa all’organizzazione di seminari e convegni per questioni territoriali e per la valorizzazione della risorsa mare e per denunciare i problemi derivanti dal rischio idrogeologico, dalla viabilità e dell’erosione costiera.
Oasi dunale – Paestum (Salerno)
In corrispondenza della famosa area archeologica, sul litorale pestano, si trova l’oasi dunale che occupa una superficie di ben 16 ettari (11 di pineta e 5 di spiaggia) ed è gestita dal circolo di Legambiente di Capaccio-Paestum. L’iniziativa di tutela dell’area ha preso avvio dalla comprensione dell’importanza dell’ecosistema dunale e dall’osservazione dei molteplici motivi di degrado che ne compromettevano lo stato di salute. Fra la duna e la pineta s’incontra un’importante macchia mediterranea, vegetazione bassa e intricata ricca di arbusti. La pineta è costituita da pini domestici e pini di Aleppo, piantati negli anni 50 dalla Guardia Forestale per proteggere le aree interne dai venti salmastri prove 24 Negli oltre 20 anni di gestione dell’area sono stati sperimentati diversi modelli naturalistici per la cura e la difesa della fascia dunale insieme a professionisti, università e studenti. Diversi i progetti di sensibilizzazione al rispetto dell’ecosistema dunale rivolti a turisti e bagnati che accedono gratuitamente all’oasi e alla spiaggia. Radicate le alleanze con altre associazioni e enti per animare e far conoscere l’area che negli anni è diventata una fucina di progetti e scenario di gite, studi, incontri e dibattiti. Dal percorso sensoriale alla macchia mediterranea per non vedenti, la costruzione di passerelle per permettere a tutti la discesa a mare, i campi di volontariato per il supporto estivo, il collegamento con l’area archeologica di Paestum attraverso la cura del percorso degli Argonauti d’intesa con i migranti ospiti sul territorio, il coinvolgimento di artisti per la land art in pineta. Un laboratorio costiero da moltiplicare per diffondere educazione ambientale e rispetto del mare.
Dum Dum Republic – Paestum (Salerno)
Il Beach club del Cilento che sorge all’ombra dell’area archeologica dei templi di Paestum e da molti anni ha scelto di evitare materiali monouso o di sostituirli dove è necessario, consentendo solo l’utilizzo di materiale biodegradabile e compostabile. L’iniziativa più creativa è la sfida ai clienti a non chiedere la cannuccia, proponendo, per gli aperitivi in riva al mare l’utilizzo di maccheroni di zito per sorseggiare i drinks. L’obiettivo è far capire che chiedere una cannuccia in plastica, che non è utile e nemmeno decorativa, è un gesto che nella sua inutilità rappresenta per l’ecosistema una sciagura mostruosa, responsabile dell’inquinamento delle spiagge e dei mari. La conversione green continua con l’utilizzo di piatti in ceramica per il pranzo, stoviglie di acciaio e l’antica bottiglia di vetro dal fascino retrò a tavola, vassoi di legno e asporto riciclabile oltre che una massiccia campagna sulla raccolta differenziata in spiaggia.