Piombano su Scampia per saldare un percorso comune con comitati e associazioni e per ribadire il no alla ricandidatura del governatore uscente Vincenzo De Luca. Le Sardine si preparano all’appuntamento odierno, un flash mob per dare voce al quartiere e respingere la propaganda della Lega che tenta di penetrare nel disagio sociale e di attecchire (sabato è previsto un gazebo del carroccio, poi arriverà Salvini il 18). La prerogativa è quella di fare rete, di allargare alle realtà presenti sul territorio, dai comitati alle associazioni. Un percorso comune che non sembra risentire della diatriba sulla paternità delle iniziative anti-lega. “Il popolo delle Vele è stanco di ospitare le passerelle politiche, soprattutto se compiute da questa specie di partito razzista e antimeridionale – scrivono dal Comitato Le Vele di Scampia -. La stampa ha dichiarato che sono state le sardine a bloccare i leghisti. Nulla di più falso: la Lega a Scampia l’abbiamo fermata noi, si è trattato di una sollevazione popolare spontanea e soprattutto scaturita dagli stessi abitanti di Scampia. Dopo innumerevoli strumentalizzazioni noi crediamo che i tempi siano più che maturi per rivendicare i nostri sacrosanti diritti”. Ma le polemiche non sembrano scalfire la necessità di un percorso comune da non circoscrivere alla battaglia contro la minaccia leghista: secondo le Sardine per risollevare i territori occorre ritrovare un senso di comunità, rendersi portavoce delle istanze dal basso e dialogare con la politica locale e nazionale.
E proprio sul versante politico, dopo l’innegabile spinta che il movimento delle Sardine ha offerto al governatore Bonaccini in Emilia-Romagna, si registra una totale chiusura nei confronti del governatore uscente campano, Vincenzo De Luca, proiettato alla ricandidatura nonostante le riserve dello stato maggiore del Pd nazionale (che non ha trovato una sponda nei 5s e che ha preferito puntare sull’usato sicuro non avendo il coraggio di cambiare rotta costi quel che costi) e di quella folta schiera di opinione pubblica che stenta a riconoscersi nel “Sistema Salerno” esportato sul piano regionale. A spiegarlo è Lorenzo Donnoli, portavoce e figura di spicco del movimento delle Sardine, nell’intervista rilasciata al quotidiano ‘La Repubblica’. “Siamo geneticamente diversi. De Luca rappresenta quel modo di fare politica correntizio e personalistico che non appartiene alla nostra idea di comunità. Con le clientele e con le fritture non abbiamo nulla a che vedere. Noi vogliamo rappresentare un’idea di partecipazione e di potere collettivo. Se è davvero così intelligente e colto, De Luca dovrebbe fare un passo indietro, non può fare l’amministratore pubblico tutta la vita: con l’aggravante, poi, di fare strada ad entrambi i suoi figli. Ma stiamo scherzando?”. In risposta all’irritazione del Pd locale, da cui qualcuno ha chiesto di motivare questa bocciatura, Donnoli pone l’accento sulla capacità di rinnovamento della politica. E anche su una questione di metodo: “Come fate a rivoluzionare il centrosinistra se ricandidate per la terza volta in Regione la stessa persona? Caldoro-De Luca è la sfida tra gli stessi blocchi di potere che si contrappongono. E questo ha portato a una sfiducia: i dati dell’astensione non sono mica un caso? La Lega cresce quando la politica non è visionaria”. Si parte da Scampia, dove si terrà il primo Congresso nazionale delle Sardine. E sarà un modello per l’intero lavoro da svolgere nel Meridione: “Scampia è l’esempio di come un presunto ghetto diventi laboratorio apripista. Penso a Petruro Irpino, che è stata Riace prima di Riace. Noi ascolteremo e ci confronteremo: cercheremo profili per competenze, ci daremo una struttura in modo che per ciascuna regione avremo dei referenti con i quali convogliare le rispettive proposte”. Per Donnoli la domanda non è De Luca si o De Luca no ma “chi pensa ai ragazzi del Conocal di Ponticelli?”