Tra le ultime novità previste dal disegno di legge di bilancio 2020, che dovrà essere approvato entro il 31 dicembre, è prevista, a partire da gennaio, una svolta salta-fila nell’ambito della sanità. Alcuni esami diagnostici di primo livello potranno essere fatti direttamente dal medico di base o, dove necessario, si potranno fare anche a casa, senza necessariamente rivolgersi ad uno specialista privato o restare vittime delle liste d’attesa nel pubblico.
Nello specifico, il provvedimento riguarda dispositivi per elettrocardiogramma, holter cardiaco, che registra h 24 l’attività elettrica del cuore, e poi ancora apparecchi per la retinografia, in grado di studiare e monitorare l’evoluzione di eventuali patologie della retina, e per la polisonnografia, per valutare le modificazioni dell’attività cerebrale, muscolare, cardiaca e respiratoria che si verificano durante il sonno. Arriverà anche lo spirometro, per la misurazione della capacità respiratoria. Gli studi dei medici di base saranno anche in grado di fornire servizi di tele-care, tele-Health, tele-monitoraggio, tele dermatologia, grazie al collegamento con il database e consultando uno specialista. I medici di base potranno dunque seguire a distanza l’evoluzione di una patologia o misurare i risultati di un’analisi: le nuove apparecchiature saranno infatti connesse agli smartphone e trasmetteranno i dati in tempo reale.
La manovra prevede uno stanziamento di 235,5 milioni per i nuovi macchinari, con l’obiettivo di ridurre le interminabili liste d’attesa ed il carico sulle strutture sanitarie, nonché poter migliorare il monitoraggio delle patologie.
I dispositivi, però, non saranno acquistati dai singoli medici, ma le risorse saranno affidate alle Regioni e divise sulla base di un piano dei fabbisogni predisposto e approvato nel rispetto dei parametri fissati con decreto del Ministro della salute che sarà messo a punto entro la fine di gennaio 2020.
Questa del salta-fila non è l’unica novità prevista nella legge di bilancio 2020 in ambito sanitario. Tra le altre, anche l’aumento di 2 miliardi del Fondo sanitario nazionale, abolizione del superticket e la conferma dei due fondi, da 500 milioni ciascuno, per i farmaci innovativi ed oncologici.