Una fila sparpagliata, quasi un recupero graduale di confidenza. Lo spauracchio del virus non incide più sull’assenza di contatto, è l’automatismo a sfociare nel distanziamento. Il segno tangibile di una diffidenza destinata a proseguire fino ad avvenuta immunità. In un’epoca sospesa come quella che stiamo vivendo non sarà facile recuperare una dimensione collettiva se non nelle riaperture, nell’aggregazione, nella capacità di fare rete, soprattutto in realtà come quelle meridionali. Le macerie immateriali ed esistenziali del virus tendono ad acuire la necessità di ricucire con le nostre abitudini ma hanno alimentato quella rottura con gli schemi del passato che genererà nuove trasformazioni nel nostro modo di vivere. Una nottata nel centro vaccinale si tramuta così in un affaccio sull’avvenire, per una generazione respinta dai luoghi di confronto, penalizzata dal tragico e surreale anno vissuto su di un’altalena emotiva condizionata dall’insofferenza del metro quadro, sazia di quel circolo mediatico e virtuale in cui è rimasta confinata.
A Salerno centinaia di giovani hanno atteso la dose in notturna approfittando del primo open day riservato anche agli over 12, sintomo di una campagna vaccinale che prosegue spedita: dopo il fine settimana sono 100.181 le dosi complessive di vaccino inoculate ai cittadini del capoluogo. In dettaglio 69.913 salernitani hanno ricevuto la prima dose. “Abbiamo raggiunto un primo risultato straordinario frutto della capacità logistica ed organizzativa del Comune e dell’Asl, della competenza e dell’abnegazione del personale medico e sanitario, della collaborazione responsabile di tutti i cittadini di tutte le fasce d’età e condizione. Andiamo avanti così, presto Salerno sarà Covid free”, ha dichiarato il primo cittadino Vincenzo Napoli.