Il sindaco Vincenzo Napoli l’aveva definita una fake news, scagliandosi contro un atto che, a suo parere, violava il silenzio elettorale rischiando di influenzare il voto. E invece gli audio diffusi in prima battuta da Roberto Celano del centrodestra e successivamente dal parlamentare pentastellato Angelo Tofalo, secondo gli inquirenti hanno effettivamente violato l’articolo 87 del DPR 570 del 16 maggio 1960. Nella nota vocale inviata tramite whatsapp ai dipendenti era contenuta una grave intimidazione ai danni dei dipendenti di una cooperativa salernitana, la “San Matteo”, in affari col Comune, nella quale l’ex presidente Gianluca Izzo, ha utilizzato toni intimidatori nei loro confronti per indurli, con minacce nemmeno tanto velate, a votare una esponente candidata della coop, la moglie Alessandra Francese, a sostegno della candidatura a sindaco di Vincenzo Napoli.
“So dove andate a votare, i seggi, tutto, i voti me li conto uno ad uno. E da martedì vediamo: se voi state con noi, anche noi staremo con voi”, minacciava Izzo.
La Mobile di Salerno, nell’ambito dell’inchiesta sugli affari illeciti delle cooperative, ha eseguito quindi altri due arresti. Per la vicenda degli audio contenenti intimidazioni sul voto amministrativo del 3 e 4 ottobre finiscono agli arresti domiciliari Gianluca Izzo e Umberto Coscia, un suo stretto collaboratore e dipendente. Minacce sul libero svolgimento del voto è l’accusa. La misura cautelare chiesta dalla Procura di Salerno, diretta da Giuseppe Borrelli, con l’aggiunto Luigi Alberto Cannavale, è temporanea: motivata dal pericolo di inquinamento delle prove, per la durata delle prossime tre settimane.