“Ci alleniamo ogni giorno, siamo stati divisi in due gruppi. A casa non si può fare chissà cosa, lavoro di forza, per non perdere tono muscolare, tanto altro non si può fare. Nel tempo libero la famiglia, mi piace ridere, guardo video divertenti. Situazione monotona, ma almeno ho il sorriso”. E’ questa la ricetta per superare la quarantena di Ramzi Aya, difensore della Salernitana protagonista della diretta Instagram organizzata dalla società. Un piacevole appuntamento per scambiare due chiacchiere con i tifosi di fede granata.
Che idea ti sei fatto del momento?
E’ un momento difficile, se il virus ce lo permette sarei propenso a riprendere, per noi è un lavoro. E’ brutto stare quattro mesi fermo, prima o poi il mondo nel calcio dovrò riprendere.
Da un punto di vista fisico e mentale che problemi si affronteranno?
Siamo totalmente fermi, anche mentalmente la spina si stacca, ci vorranno almeno due tre settimane, sarà come toccare il pallone per la prima volta, già io non è che abbia questo rapporto, pensate dopo un mese e mezzo…
Come ti trovi a Salerno?
Benissimo, piazza importante, le persone ci salutano e ci incoraggiano ma non sono invadenti, vivo al centro per me è il top. Bello scendere in campo sotto la Curva, bella carica. A casa ho un tamburo e suono spesso i cori della Curva Sud.
Sull’arrivo in granata
Mi auguravo di avere spazio dall’inizio, il mister ha idee di calcio diverse da quelle che avevo io a Pisa, sapevo che avrei dovuto lavorare tanto, ho visto tante partite per cercare di essere preparato, ma lo posso solo ringraziare perché sono stato parte integrante della squadra dall’inizio. Già in passato sono stato vicino alla Salernitana, era una sfida affascinante per me.
Sui rapporti con la squadra
Mi trovo benissimo in spogliatoio, quando siamo in campo si lavora, fuori si scherza, ci sono tanti leader. Lopez, Djuric, Migliorini, Di Tacchio.
Dove può arrivare questo gruppo?
Dobbiamo dare continuità alle prestazioni, ma ci sono basi per puntare a qualcosa di importante. Non dobbiamo guardare troppo al futuro, la Salernitana deve guardare al presente, ragionare allenamento dopo allenamento, ovviamente sapendo quello che si può fare.
Quando hai capito che ce l’avresti fatta?
Prima ero un po’ un coglione, sono arrivato a un punto dove ho detto o faccio le cose fatte per bene o vado a lavorare. Mi è scattata la molla…
I ricordi nel settore giovanile della Fiorentina
Ricordi bellissimi, come la panchina in Champions contro il Liverpool, in serie A contro il Milan. Sono stato più di 4 anni, ho fatto le mie stupidate, sono cresciuto. Ronaldinho mi diede il cinque, fu bellissimo.
L’avversario più forte incontrato
Messias del Crotone, anche se non giocava dalla mia parte.
Sulla possibilità di giocare ogni tre giorni
L’importante è riprendere, poi il problema successivo si analizzerà dopo. L’importante è farci trovare tutti pronti, sarà un problema di tutti, anche degli avversari. Si dovranno adattare tante persone nel loro lavoro, perché non dovremmo farlo noi. Sarà importante lavorare bene con il prof. Innocenti.
Sulla nazionale tunisina
Il mio sangue non è tutto italiano, mi piacerebbe. In passato sono stato convocato dalla Nazionale giovanile, chissà…
L’allenatore più simpatico che hai avuto?
Marco Osio, a Rimini, ex giocatore del Parma.
Sui rituali pre-partita…
Ce le hanno tutti, non ho scaramanzie fisse, le cambio in base all’umore.