La peggiore delle tre. Una sconfitta, quella di Torino, che spegne di colpo l’entusiasmo per l’arrivo di Ribery. Sognava tutto un altro esordio con la Salernitana il francese, sognavano tutt’altro esordio i tifosi (anche ieri commoventi all’Olimpico).
E invece è arrivata un’altra batosta, un altro poker, contro una di quelle formazioni che alla vigilia veniva indicata come diretta concorrente per la salvezza (sigh!).
La formazione di Fabrizio Castori, invece, entra nella storia ma dalla parte sbagliata, stabilendo già il record negativo di reti incassate dopo tre giornate, nessuno aveva fatto peggio sino ad ora in serie A.
E per un tecnico che fa della compattezza difensiva il suo dogma, il segnale è allarmante. Il Torino passeggiava su una squadra insicura, incapace di reagire, apparsa anche a un certo punto preoccupantemente molle, senza voglia di lottare, ed è questo l’aspetto da eliminare prima di subito, ché se a questa squadra si toglie anche la grinta, la cattiveria agonistica, la fame, resta davvero poco.
Lecito attendersi di più, dal tecnico granata in primis, ma guai però a dargli già il benservito. Riteniamo che sia colpevole, non di meno però di una società che ha allestito una squadra, al di là dei dettami, delle linee guida da seguire, incapace di giocare a calcio, di provare a tenere un po’ di più la palla, quantomeno per non consegnarsi prontamente all’avversario di turno, e attendere l’esito degli eventi. Che spesso coincidono con un gol, che fa saltare un piano partita preparato quasi esclusivamente sul non prenderle, sulla difesa a oltranza dello zero a zero, e solo dopo su qualche timido tentativo di reazione.
Ma solo una settimana fa, alla presentazione di Ribery all’Arechi, 5mila tifosi hanno dedicato un coro a Fabrizio Castori, “uno di noi” cantavano con orgoglio, e sembra davvero troppo presto per condannarlo, anche se il risveglio del trainer granata sembra quello di “Dead Man Walking”. Il protagonista principale dell’impresa dello scorso maggio saprà tener botta, ma dovrà riazzerare tutto, questo l’imperativo e non tanto in virtù della sfida con l’Atalanta. Fuori dagli equivoci, la Dea sino ad ora è partita con le marce basse, ma se in giornata è in grado di darne cinque a tutte, anche alle big del campionato, figurarsi alla nostra povera, sciagurata Salernitana.
Prima della condanna, però, sembra (e dovrebbe essere così) averne ancora un po’ di tempo, casomai almeno fino alla sfida con il Verona, per provare a correggere il tiro. Ché dopo tre giornate i segnali sono arrivati inequivocabili, e un tecnico intelligente come Castori, che la salvezza in serie ha l’ha sfiorata con il Carpi pochi anni fa, non può più ignorarli. Rivedere le sue posizioni il primo passo per provare a rialzare la testa, sperare in un rapido inserimento di Gagliolo (ieri esordio da incubo), e Ribery, una logica conseguenza…