Salernitana, eppur si muove: finché c’è cuore c’è speranza…

Eppur si muove, la Salernitana. E compie un primo piccolo passettino in campionato, scostandosi da quel fastidiosissimo zero in classifica capace di perdurare un mese esatto.

Con il Verona, nel primo turno infrasettimanale, ne viene fuori un 2-2 in rimonta che può valere come una vittoria, e non per lo striminzito punto che nulla o quasi cambia dal punto di vista numerico, quanto per l’iniezione di fiducia in vista del prosieguo del torneo.

Che, dopo la parentesi Sassuolo, entrerà prepotentemente nel vivo, e a dispetto delle frasi fatte sulla salvezza che si decide nel girone di ritorno, dei punti che da marzo in poi iniziano a pesare doppio, ed offrirà alla formazione granata un quadruplo banco di prova, per capire realmente cosa questa squadra è, e dove può sperare di arrivare.

Genoa ed Empoli all’Arechi, Spezia e Venezia in trasferta, un altro di mese per provare a costruire i primi mattoncini sui quali ergere chance di permanenza in categoria. Magari sperando di poter contare su una nuova versione di Simy e Gagliolo, due tra gli acquisti maggiormente attesi dalla tifoseria, entrambi tra i giocatori con più esperienza pregressa in serie A, ed entrambi tremendamente deludenti sino ad ora. C’è bisogno di alzare l’asticella, dannatamente bisogno.

Nel frattempo Fabrizio Castori si gode la “sua” vecchia guardia, a partire dall’ultimo arrivato in casa granata, Gondo, capace in appena di cinque giorni di dimostrarsi elemento utilissimo per lo sterile attacco dell’ippocampo, e in grado di trovare il primo gol in massima serie solamente alla sua seconda presenza. Bene anche il generosissimo Mamadou Coulibaly, secondo centro in campionato e momentaneo capocannoniere della squadra, coraggioso nell’avventarsi con rabbia sul tiro ciabattato dello stesso Gagliolo per trovare ancora di sinistro dopo il gran giro dato al pallone all’esordio del Dall’Ara contro il Bologna, il pareggio a pochi minuti dal triplice fischio.

Esemplare l’atteggiamento di Ribery, cui sono già richiesti gli straordinari, e dopo 45′ con l’Atalanta in campo per oltre 80′ contro il Sassuolo, appena quattro giorni dopo la sfida alla Dea. Seppur stremato, senza lucidità, non ha rinunciato a restare in campo, provando a guidare i suoi anche con consigli, indicazioni, laddove non arrivavano (più) le gambe, e i suoi piedi, che pure nel primo tempo hanno lasciato partire un paio di palloni dolcissimi, che i compagni (su tutti proprio Gagliolo e Simy non hanno sfruttato a dovere).

Ancora una volta, dopo la debacle con il Torino, la squadra getta il cuore oltre l’ostacolo, e la torcida granata glielo riconosce nuovamente, nonostante un pizzico d’umanissimo timore dopo il raddoppio scaligero, e i calciatori granata per pochissimi minuti usciti mentalmente dal match. Un episodio a favore, e il rientro in gara, portata in salvo con un pizzico di fortuna, ché i due legni centrati da Kalinic e Barak tremano ancora.

Non trema più la Salernitana, invece, consapevole dei propri difetti, ma anche consapevole che basterà lottare affinché la gente dell’Arechi capisca, e magari sussurri anche a denti stretti. “Va bene così”. Che poi, per dirla alla Ligabue“Contenti oppure no siam questi qui perciò…Fra pregi e limiti, e queste facce qui”.

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