“Ribery di sognare”. Uno striscione esposto con fierezza da un tifoso può racchiudere l’arrivo di Monsieur Ribery alla Salernitana. Il sogno, l’illusione, la libertà, la leggerezza d’un campione che sfiderà in primis se stesso, poi il tempo, l’età, la carta d’identità, ma soprattutto proverà a render felice un popolo, quello granata.
L’accoglienza è stata da brividi, l’incredulità sfidava l’entusiasmo, ma dopo il bagno di folla all’Arechi, a colpire sono le motivazioni, espresse in conferenza stampa, del fuoriclasse francese.
“E’ una giornata speciale. Quando sono arrivato a Salerno ho sentito una passione incredibile, tifosi di cuore, per questo sono venuto qui. Sono contento della giornata di oggi allo stadio con la squadra, quando ho visto i tifosi ho capito che sono sempre dietro alla squadra a difendere i loro colori. Sono venuto per dare una mano ai compagni, per portare la mia esperienza. Puntiamo tutti alla salvezza, questo è l’obiettivo di tutti.
Cosa chiede Ribery a sé stesso?
“Mi sento ancora molto bene, ho ancora tanto da dimostrare. C’è passione dentro, e non solo per divertirmi, è importante pensare veloce, io penso già a vincere la prima partita perché è importante, sappiamo che la serie A è un campionato molto difficile. Devo trovare più veloce il mio ritmo, allenarsi da solo è diverso rispetto a farlo con la squadra. Spero che il mio esordio arrivi il prima possibile, oggi ho parlato con il preparatore fisico e con Castori, abbiamo già discusso dei prossimi allenamenti. E’ importante trovare subito il ritmo”.
Ribery a Salerno come Maradona a Napoli?
“Maradona è stato protagonista di una carriera incredibile, non si può dimenticare ciò che ha fatto . Io non sono venuto per paragonarmi a Maradona, ma per fare il mio lavoro e per fare il massimo, fare di tutto per la squadra e per i tifosi. Prima gioco con la nuova mia squadra, meglio è per me”.
Sui campioni che sfidano la carta d’identità
“Si vede Ibra al Milan, così come l’ho fatto alla Fiorentina per due anni, io voglio farlo anche qui. Se posso dare una mano, dentro lo spogliatoio, fuori, aiutare i giocatori, chi ha meno esperienza. E’ importante, ho parlato anche con il mister, la comunicazione fa la differenza. Ho sentito un affetto molto importante, quando ero ancora a Monaco. Ho letto i messaggi dei tifosi su Instagram, il loro affetto. Non potevo rispondere a tutti ma li ho visti, è incredibile, anche allo stadio”.
Cosa dovrà fare la Salernitana per salvarsi?
“E’ ancora presto per capire cosa dovremo fare, voglio conoscere bene la squadra e poi capire come posso aiutare, adesso non posso dire come giochiamo, andiamo avanti così, piano piano capiremo. La comunicazione è importante, parlare con il mister, con i miei compagni di squadra, c’è stato un grande rispetto. E’ importante che ci sia un gruppo forte dentro lo spogliatoio, ci deve essere unità, anche nei momenti difficili la testa deve essere sempre alta. La squadra non è solo i giocatori, ci sono tante persone che vivono per la squadra. Per il gruppo”.
Cosa ti ha spinto a venire a Salerno?
“Io vivo per il calcio, se vivevo per i soldi non ero qua. La mia famiglia è stata fondamentale, ho cinque bambini, c’era mia moglie. Io dovevo spiegare prima la situazione alla mia famiglia, è molto importante per me, non potevo decidere da solo. E’ stato duro dire ai miei bambini che il babbo va di nuovo via. La mia famiglia mi verrà a trovare a Salerno, ogni tanto andrò io a Monaco”.
Sull’accoglienza dell’Arechi
“Quando entrato dentro al campo, non so quanti tifosi c’erano. Immaginando lo stadio pieno, ho capito che c’è un ambiente incredibile, che tutti cantano. Questo mi piace molto, mi aiuta. E quando sono al campo per giocare io non gioco per divertirmi, lo faccio per i tifosi. Per tornare a casa con una vittoria e sapere che son contenti”.
Tanti bambini presenti allo stadio, che effetto le ha fatto?
“Ho sentito di essere come a casa. Come se avessi giocato due tre anni qua, questo per me è importante. Dobbiamo crescere insieme, andare avanti insieme, io vivo per questo e per me è stato importante. Mi fa bene, mi fa sentire più leggero, mi aiuta anche in campo, sono il primo a fare del mio meglio per i tifosi”.
Bienvenue Monsieur Ribery.