Nel primo test ufficiale del precampionato granata, gli uomini di Ventura calano il poker al cospetto della Sambenedettese guidata dall’ex juventino Paolo Montero. Una prestazione convincente, condita dalle realizzazioni di Giannetti, Kiyine, Odjer e Cicerelli (gol della formazione marchigiana maturato grazie a un autogol di Pucino). La prima uscita dei granata è stata accompagnata da oltre 700 supporters giunti dal capoluogo. Segno di un crescente entusiasmo attorno alla squadra.
La mano di Giampiero Ventura già si vede e prende quota la speranza dei tifosi di vivere finalmente una stagione calcistica interessante. Perchè l’undici granata, soprattutto nel primo tempo e al di là degli errori individuali e delle prove dei singoli condizionate dai diversi stati di forma, mostra contro la Sambenedettese di Montero idee chiare e lascia pregustare lo sviluppo di importanti potenzialità tecniche e tattiche. Se a ciò aggiungiamo che la squadra, ancora da completare, ha iniziato a lavorare da una decina di giorni, le impressioni possono solo sfociare in una previsione futura sostanzialmente positiva.
FASE DIFENSIVA La squadra tende ad alzare la linea e ad essere compatta e corta. In fase di non possesso, infatti, le mezzali (Akpro e Maistro) si alternano con gli esterni intermedi (Lombardi e Kiyine) nella pressione sulla costruzione avversaria per vie laterali. Sul primo pressing, il resto della squadra si compatta nella zona in cui si muove il pallone, con il metodista e gli interni che accorciano e stringono ed i centrali difensivi che salgono per impedire il gioco tra le linee agli attaccanti rivali.La squadra prova costantemente ad impostare il gioco dalle retrovie con i tre centrali difensivi che supportano Di Tacchio, consentendo agli altri calciatori di movimento di salire e fare densità nella metà campo avversaria. Billong e Carillo mostrano grande personalità, anche se il secondo a volte commette delle leggerezze dettate da eccessiva sicurezza nei propri mezzi.Ventura sta lavorando molto anche per perfezionare la tattica del fuorigioco, il cui tempismo viene facilitato dal pressing che costringe gli avversari a liberarsi in fretta del pallone.Certo, tutto è ampiamente migliorabile ma i principi, che necessitano di essere oliati attraverso il lavoro quotidiano, già si intravedono nitidamente. Gli errori sono fisiologici in questa fase, ma la ricerca di un’identità tecnico-tattica è evidente.
FASE OFFENSIVA La squadra, come abbiamo accennato in precedenza, è impegnata a fare gioco dal basso, con il centrale Billong che funge da regista difensivo ed aiuta Di Tacchio ad eludere il primo pressing avversario, mentre Pucino e Carillo dettano il passaggio sul centrodestra ed il centrosinistra. A beneficiarne sono gli altri sei calciatori di movimento, che si riversano nella metà campo avversaria e regalano molteplici soluzioni di passaggio ai primi facitori di gioco. Le mezzali si fanno vedere tra le linee e giocano vicine ai due attaccanti centrali, mentre gli esterni alzano il baricentro e spesso diventano protagonisti sulle rispettive corsie laterali. Gli avversari, infatti, preoccupati dalla presenza di due punte e due mezzali intente a recitare quasi da trequartisti, tendono a fare densità centrale con i difensori ed i centrocampisti, lasciando inevitabilmente sguarnite le corsie esterne. Nel primo tempo, la strategia regala i suoi frutti soprattutto a sinistra, con Kiyine che sfrutta la corsia liberata dai movimenti dell’interessante Maistro. Ma le iniziative offensive fanno registrare un altro canovaccio tattico venturiano abbastanza spiccato: la verticalizzazione laterale delle due catene esterne. Quando Pucino e Carillo si allargano per fare gioco, gli esterni intermedi si alzano repentinamente e attirano gli esterni bassi rivali; a quel punto molto abili sono le mezzali granata ad attaccare lo spazio lasciato incustodito dai terzini della Sambenedettese. Akpro e Lombardi sono a tratti devastanti, come testimoniano in occasione del gol del vantaggio granata realizzato da Giannetti.Salernitana che ha mostrato di avere le idee chiare anche in occasione di una fulminea e dirompente ripartenza di Lombardi, con gli attaccanti bravi a tenere impegnata la difesa marchigiana ed a favorire l’inserimento della mezzala Maistro che diventa attaccante aggiunto.Diversi, infine, i tentativi effettuati, non tutti andati a buon fine, per esaltare un’altra trama classica del gioco offensivo di Ventura: i due attaccanti, che giocano vicini ma non in linea, provano a sorprendere gli assetti difensivi altrui con veli e fraseggi rapidi, per avere l’opportunità di puntare la porta o consentire ai compagni di distendersi in avanti e attaccare gli spazi.
Nell’ultima mezzora, complice il canonico tourbillon di cambi, la gara ha perso la sua connotazione meramente tattica, ma ha comunque evidenziato l’impegno e il desiderio di mettersi in mostra dei calciatori granata subentrati. Pertanto, ribadendo che alla squadra mancano ancora alcuni elementi per recitare da autentica protagonista, importanti indicazioni sono emerse sul lavoro svolto da Ventura nei primi dieci giorni di ritiro, sia per quanto concerne la costruzione di una definita identità tattica e tecnica, sia sotto l’aspetto della formazione di un gruppo affiatato e voglioso di disputare una stagione significativa.
SALERNITANA (3-5-2): Micai (25′ st Vannucchi); Pucino (25′ sta Kalombo), Billong (25′ st Migliorini), Carrillo (25′ st Gigliotti); Lombardi (25′ st Cicerelli), Akpa Akpro (25′ st Odjer), Di Tacchio (25′ st Morrone), Maistro (25′ st Castiglia), Kiyine (25′ st Lopez); Jallow (25′ Calaiò), Giannetti (25′ st Djuric). A disposizione: Russo, Orlando, Marino. Allenatore: Ventura.
SAMBENEDETTESE (4-2-3-1): Santurro (25′ st Raccicchini); Rapisarda (1′ st Gemignani), Biondi (1′ st Zaffagnini), Miceli (1′ st Di Pasquale), Trillò (1′ st Marcantoni); Panaioli (1′ st Piredda), Gelonese (1′ st Brunetti); Volpicelli (23′ st Fusco), Bove (1′ st Garofalo); Zancocchia (1′ st Rea); Di Massimo (1′ st Petrini). Allenatore: Montero.