Tra le misure approvate dal governo Gentiloni, Resto al Sud si presentava, già ai tempi della sua elaborazione, come una delle più promettenti. L’allora ministro per il Sud, Claudio De Vincenti, la considerò da subito un essenziale strumento di rinascita per tutti quei territori depressi del mezzogiorno, destinati ad assistere all’incontrovertibile esodo di massa delle giovani generazioni. I risultati, a due anni dalla partenza, non hanno disatteso le aspettative. Tanto che Barbara Lezzi, l’attuale ministro per il Sud, ha seguito con convinzione la stessa strada e, al cospetto del numero cospicuo di domande pervenute, ha provveduto a spostare in avanti l’età per candidarsi. Da 35 a 45, estendendo la platea non soltanto su base anagrafica ma di fatti offrendo una possibilità anche ai professionisti, precedentemente esclusi. Queste ultime novità, previste dalla Legge di Bilancio 2019, saranno operative con l’emanazione delle disposizioni attuative. A breve sarà pertanto possibile, anche ai nuovi destinatari delle agevolazioni, presentare le domande sulla piattaforma online di Resto al Sud. L’incentivo, avviato nel gennaio del 2018, è finanziato interamente dallo Stato e gestito da Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A., con il supporto delle banche convenzionate.
La misura
Resto al Sud è l’incentivo che sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali avviate dagli under46 nelle regioni del Mezzogiorno. È rivolto agli under 46 residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia al momento della presentazione della domanda o che trasferiscono la residenza nelle suddette regioni dopo la comunicazione di esito positivo. Coloro che inoltrano richiesta non devono avere un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutta la durata del finanziamento e non devono risultare già titolari di altra attività d’impresa in esercizio. Attraverso il finanziamento è possibile avviare attività imprenditoriali per la produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, per la fornitura di servizi alle imprese e alle persone, per il turismo. Sono esclusi dal finanziamento le attività agricole eil commercio. Il finanziamento copre il 100% delle spese ammissibili e consiste in un contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo, finanziamento bancario pari al 65%, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi. La dotazione finanziaria complessiva è di 1.250 milioni di euro.
Numeri e settori
Le imprese avviate sono quasi tremila ma le domande arrivate superano abbondantemente quota 17mila. Si stima che le domande approvate abbiano creato occupazione per circa 10mila addetti. Rispetto alla robusta migrazione dei giovani del Sud verso il Nord o l’estero, è impossibile intravedere segnali di un’inversione di tendenza ma circa il 10% di domande pervenute provengono da giovani che hanno deciso di tornare sfruttando l’incentivo di Resto al Sud. Si tratta principalmente di under 35 istruiti e di larghe visioni che si sono formati altrove e rientrano forti di un bagaglio di esperienze e competenze acquisite durante l’assenza dal proprio territorio. Mentre tra quelli rimasti al Sud, una buona percentuale degli aspiranti imprenditori ha un diploma di scuola superiore. Per quanto concerne la suddivisione geografica delle domande, in vetta si attesta la Campania: quasi la metà proviene dalle sue cinque province. Seguono, di gran lunga staccate, Sicilia e Calabria. Si punta su Cultura e turismo, il campo dove si concentra maggiormente la progettualità imprenditoriale. La filiera turistico – culturale è considerata una magnifica fonte di sviluppo, da potenziare e valorizzare anche grazie ai beni culturali e alle ricchezze impareggiabili dell’enogastronomia. Attorno all’artigianato, che fatica un po’ovunque nel mezzogiorno, ruota invece circa il 20% delle domande. Crescono i progetti per creare aziende o società legate alla cura della persona. Residuali, complice la desertificazione industriale di vaste aree, il numero di domande tese a sviluppare nuove tecnologie.