Corposa la distanza che separa Lucia Borgonzoni da Stefano Bonaccini. Il governatore uscente, stando al dato delle proiezioni, con il 51,4% dei voti è in vantaggio sulla candidata della Lega per ora ferma al 43,6%. Destini opposti in Calabria dove invece è saldamente avanti il centrodestra con la forzista Iole Santelli al 55,4%, segue Filippo Callipo il “re del tonno” in quota PD con il 30,1%. Il buon risultato della lista di Tansi (7,2%) non viene ricompensata dal sistema elettorale regionale, che prevede una soglia di sbarramento fissata all’8%. Crolla il M5S che con Aiello ottiene il 7,3%.
L’urna ha sentenziato, il centrosinistra mantiene il governo della rossa Emilia Romagna ma perde la Calabria che intanto svolta a destra. Tracollo del Movimento 5 Stelle. Traspare viva soddisfazione dalle parole di Zingaretti, Segretario del PD che brindando al successo di Bonaccini, grato per l’apporto aggregativo ed emotivo (a nostro avviso decisivo) dato dalle sardine, afferma: “Salvini ha perso pur avendo cercato di dare una spallata al governo”. Per quanto riguarda il valore di un voto così sentito ha aggiunto che “si è voluto dare al voto un aspetto politico ma questo tentativo è fallito”. Sul dato delle elezioni in Calabria ammette la sconfitta, “avremmo potuto unirci meglio”, poi conclude esortando l’esecutivo: “Non dobbiamo essere pigri, Conte deve rilanciare l’azione in modo ancora più forte su temi concreti: le tasse, il lavoro, la scuola, l’università, la ripresa economica”.
Appare serena l’altra faccia della luna, Matteo Salvini si presenta ai microfoni allo scoccare della mezzanotte – in anticipo sulla sconfitta – e afferma: “Avere una partita aperta in Emilia-Romagna per me è un’emozione, dopo settant’anni per la prima volta c’è stata una partita”. continua abbracciando idealmente Lucia Borgonzoni, indossa la livrea del democratico e ringrazia tutti gli elettori che sono confluiti alle urne: “Il popolo che vota ha sempre ragione, chiunque vinca”. Il capo della Lega conclude esaltando il risultato straordinario raggiunto in Calabria, “una cavalcata eccezionale”.
L’effetto Sardine, per l’appunto, ha contribuito alla riscossa del popolo di sinistra contro la minaccia leghista. Sulla pagina ufficiale “6000 sardine”, poco dopo la chiusura delle urne gli animatori del movimento hanno lanciato un comunicato. Inaugurando, di fatto, la nuova fase.
“Urne chiuse.
C’è chi dice che siano i gesti folli a cambiare il corso della storia, ma noi preferiamo pensare che siano i gesti ordinari a cambiare il mondo in cui viviamo. Non siamo nati per stare sul palcoscenico, ci siamo saliti perché era giusto farlo. Ma ora è tempo di tornare a prendere contatto con la realtà e ristabilire le priorità, innanzitutto personali. Se avessimo voluto fare carriera politica l’avremmo già fatto. E invece, prima di tutto, desideriamo tornare ad essere noi stessi, elettori e cittadini, parenti e amici. Per questo motivo non ci vedrete in TV o sui giornali. La nostra responsabilità è pari a quella che si è assunta ogni persona che oggi si è infilata il cappotto ed è andata a fare una croce da protagonista. È tempo di far calare il sipario e lavorare dietro le quinte per preparare un nuovo spettacolo con tutti voi che vorrete continuare a non essere spettatori qualunque. Fino ad oggi siamo stati una bella favola.
Ora chiudiamo il libro e sporchiamoci le mani.
Qualsiasi cosa succeda.
Ci vediamo a Napoli, Scampia”.