Il dibattito attorno al No si è incendiato solo negli ultimi scampoli di campagna elettorale, avviando una rimonta che appariva impossibile. Un voto di opinione però incapace di sovvertire le previsioni: a scrutinio quasi terminato, il referendum costituzionale segna la vittoria del Sì, in vantaggio con il 69% dei consensi. La riforma popolare del taglio dei parlamentari ottiene un risultato consistente: dalla prossima legislatura il numero dei parlamentari alla Camera dei Deputati sarà ridotto da 630 a 400, al Senato invece da 315 a 200. Anche il numero dei parlamentari eletti all’estero subirà il taglio di quattro deputati e due senatori. Con la vittoria del Sì varieranno anche i regolamenti di Camera e Senato soprattutto per le elezioni del CSM, del Capo dello Stato e dei giudici della corte costituzionale.
Elevata l’affluenza alle urne per il voto referendario nonostante l’emergenza sanitaria. Alla chiusura delle urne ha votato il 51,75%.
Esulta sui social il ministro degli esteri Luigi Di Maio, a conferma della volontà del M5s di intestarsi il successo: “Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. La politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il MoVimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo”.
Per il segretario del Pd Nicola Zingaretti la vittoria del Sì apre ora una stagione di riforme: “Lo vogliamo e con gli alleati faremo di tutto perché vada avanti spedita. Si conferma che il Pd è la forza del cambiamento, garante anche in questa legislatura di un percorso di innovazione e modernizzazione delle istituzioni di cui da sempre sentiamo il bisogno”.