Fino a 90 giorni di caldo torrido consecutivi all’anno e alluvioni lampo capaci di cogliere impreparate le città. I dati relativi ai contesti urbani di Napoli e della Campania, soprattutto in riferimento alle zone in prossimità della fascia costiera, ritraggono una situazione in linea con i peggiori effetti del global warming. In poco più di un secolo la temperatura delle città campane è aumentata in media di 1,7 gradi nei valori minimi e di 1,3 in quelli massimi, innescando così l’incremento degli eventi climatici estremi, ben 15 nel decennio 2010-2020, con danni a strutture, infrastrutture, cedimenti nelle aree a maggiore rischio idrogeologico e vittime. Insieme alle emissioni del gas serra, le città ubicate sulla fascia costiera pagano le conseguenze della cementificazione selvaggia, che incide sull’aumento delle temperature minime e del riscaldamento del mare.
Proprio il riscaldamento del mare rende la Campania la regione mediterranea più sensibile ai cambiamenti climatici. Come ha spiegato il presidente della Stazione zoologica Anton Dohrn, Roberto Danovaro, le acque superficiali si sono riscaldate di 2.5 gradi negli ultimi 30 anni, fino a 4 nell’ultimo secolo. E negli ultimi 15 anni si assiste anche al riscaldamento di quelle profonde, favorendo lo sviluppo dei fenomeni meteorologici estremi, l’invasione di specie aliene e la diffusione di epidemie negli ecosistemi.
L’ambiente urbano ha bisogno di un discorso specifico. In città, a causa della conformazione e della quantità degli edifici, della presenza di suolo impermeabile e di altre caratteristiche, le ondate di calore e le piogge intense producono impatti la cui intensità è diversa che altrove e quindi, per limitare le conseguenze negative, sono necessari studi e analisi mirati a individuare i rischi di ogni singola realtà urbana e mettere in atto gli strumenti più adeguati.
È come prendere una lente di ingrandimento e andare a guardare nel dettaglio al clima di ogni singola città, alle caratteristiche specifiche dell’ambiente urbano, a come si stanno pianificando e costruendo le risposte. È quello che ha fatto la Fondazione CMCC con “Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane”, il più aggiornato e avanzato strumento per comprendere il rapporto tra città e cambiamenti climatici, dall’analisi della situazione attuale agli scenari futuri, fino alla pianificazione e alla realizzazione di strumenti di adattamento e resilienza per rispondere efficacemente ai rischi presenti e futuri.
Di seguito, i principali punti dell’analisi
- Il clima in città sta cambiando
La tendenza di crescita della temperatura media si rileva in maniera significativa nel corso degli ultimi trent’anni (1981-2020). Questo è un dato comune a tutte e sei le città. Così come per tutte, gli scenari futuri mostrano aumento sia delle temperature medie (+2°C a fine secolo nello scenario che prevede l’applicazione di politiche climatiche) che per il numero di giorni molto caldi in un anno, indicatore rilevante per le ondate di calore (crescita in tutte le città in tutte le stagioni).
Questi dati sono il risultato di analisi di ultima generazione, in particolare per le informazioni inerenti la tendenza dell’ultimo trentennio, per la realizzazione di questo rapporto sono stati utilizzati, per la prima volta nell’ambito di un’analisi sistematica del clima nelle città italiane, modelli ad una risoluzione di 2 Km.
- Impatti: caldo e mortalità, precipitazioni e allagamenti
Il fenomeno delle ondate di calore è comune a tutte le città, con una tendenza di crescita che appare già in atto e con incrementi significativi ma diversificati nelle diverse realtà: 50 giorni in più di caldo intenso l’anno negli ultimi decenni del secolo per Napoli rispetto a inizio secolo. Ma è un fenomeno che interessa in maniera significativa anche Milano (+ 30 giorni), Torino (+ 29) e Roma (+28).
I problemi legati agli allagamenti da piogge intense sono esacerbati dall’ambiente urbano a causa della densità dell’ambiente costruito, dell’impermeabilizzazione del suolo e di specifiche caratteristiche delle singole città. A Napoli, piogge intense che fino ad oggi si sono verificate ogni 10 anni, potrebbero verificarsi ogni 4.