Secondo la difesa, quando uccise la moglie, Nunzia Maiorano, nel 2018, con 46 coltellate e davanti al figlio di cinque anni, Salvatore Siani era incapace di intendere e di volere. Per questo motivo, ieri – nel corso del processo in Corte d’Assise d’Appello a Salerno – il presidente Massimo Palumbo ha accolto la richiesta degli avvocati dell’uomo di utilizzare una perizia psichiatrica per dimostrare che l’uomo non è – o meglio non era – in possesso delle sue facoltà mentali.
La sentenza di primo grado aveva condannato Siani a 30 anni di reclusione. Ma, secondo i legali, quel giorno l’uomo non era capace di intendere e di volere e a dimostrarlo sarebbe stato il tentato suicidio dopo aver ucciso sua moglie Nunzia. La famiglia della vittima si oppone fortemente a questa tesi e chiede che venga confermata la sentenza trentennale.
La prossima udienza – quando verrà affidata la perizia medica alle autorità competenti – è stata fissata per il 27 gennaio.