Una piazza San Pietro completamente vuota, deserta. In sottofondo lo scrosciare lento ma costante delle gocce di pioggia. Un uomo vestito di bianco che prega, da solo, per tutti noi. Il 27 marzo 2020 entrerà di diritto nella storia perché storico è l’evento accaduto oggi: non c’è altro modo per definirlo. La benedizione “Urbi et orbi” (ndr. alla città e al mondo) viene data dal Pontefice solo in tre occasioni: quando viene eletto, a Natale e a Pasqua. Nella storia della cristianità non aveva mai avuto luogo in precedenza una benedizione Urbi et orbi al di fuori di queste occasioni e per lo più in una piazza vuota ma piena allo stesso tempo.
Grazie ai mezzi di comunicazione la benedizione papale è stata seguita a livello mondiale dai credenti. La sua preghiera concede l’indulgenza plenaria e, oggi, per la prima volta il Papa non ha neanche elencato le condizioni per riceverla che, usualmente, di rito vengono espresse precedentemente alla benedizione. L’indulgenza plenaria rimette ogni peccato ed ecco che chi muore senza essere caduto nuovamente in tentazione accede direttamente al cielo (cfr. Catechismo, n. 1030-1032). Ed è questo il gesto unico che Papa Francesco, in un momento così difficile, senza precedenti, ha voluto regalare a tutti noi. Questo è stato il suo modo speciale per rendersi presente attivamente nella vita di ognuno in questo periodo drammatico.
Le parole del Papa, la lettura del Vangelo, come lui stesso ha sottolineato, riguardavano proprio ognuno di noi ed hanno toccato i cuori dei fedeli sintonizzati ad ascoltarlo e a pregare insieme affinché il mondo riesca a superare questa terribile pandemia. I discepoli nel pieno di una burrasca vedono Gesù, tranquillo, a poppa, che dorme. Come ha sottolineato Papa Francesco è l’unica volta, in tutto il Vangelo, che Cristo riposa. Loro sono disperati, temono la morte e lo svegliano e gli domandano “Signore non ti importa di noi?”. Gesù, allora, placa il mare e il vento, per poi rivolgersi ai suoi discepoli con tono di rimprovero e chiedere “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. Il Papa ci ha ricordato anche che “abbiamo pensato di rimanere sani in un mondo malato” e “avidi di guadagno ci siamo fatti frastornare dalle cose e dalla fretta“.
Proprio questo periodo di crisi, però, serve e servirà a farci rendere conto “di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma allo stesso tempo importanti e necessari. Tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca ci siamo tutti, tutti” ha dichiarato il Sommo Pontefice. “Abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle” ha detto Papa Francesco e ha fatto bene a ricordarci che “nessuno si salva da solo”. Solo uniti possiamo sconfiggere questo mostro invisibile che ha spezzato migliaia di vite. Uniti si può, uniti ce la faremo.