471 laureati, distribuiti tra le varie province della Campania, sono al centro di un braccio di ferro intrapreso dalla Regione nei confronti del governo. Ieri, mentre nella sede del ministero per lo Sviluppo economico aveva luogo la firma delle convenzioni tra le regioni e l’Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, per avviare la seconda fase del reddito di cittadinanza, la Regione Campania si è rifiutata di firmare l’intesa sostenendo che i navigator, mediatori tra i destinatari del reddito e le possibili occupazioni adatte al loro profilo occupazionale, sono un modo per gettare fumo negli occhi, e che “il potenziamento dei centri per l’impiego deve passare attraverso l’assunzione con contratto di lavoro subordinato, di personale competente, alle dipendenze delle regione”, come ribadito dall’assessore regionale al lavoro Sonia Palmeri. Scelta contestata aspramente dal Comune di Napoli e da altri enti, convinti che con questo indirizzo Palazzo Santa Lucia stia giocando, in maniera sprezzante e strumentale, sulla pelle di chi cerca un impiego. Secondo le intenzioni del governo, i navigator dovranno facilitare l’incontro tra i beneficiari del programma del reddito di cittadinanza e i datori di lavoro, i servizi per il lavoro e i servizi per l’integrazione sociale. In Campania, 471 laureati così distribuiti: 24 ad Avellino, 16 a Benevento, 80 a Caserta, 274 a Napoli e 77 a Salerno. L’incarico prevede una retribuzione di 27 mila e 338 euro lordi l’anno fino al 30 aprile del 2021.