“Meglio un lavoro precario che nulla”, è una frase che simboleggia alla perfezione le condizioni in cui versano migliaia di giovani nella regione e in tutto il meridione. Lo sostengono anche i 471 navigator, legittimi vincitori del concorso tenutosi in Campania, esclusi dal contratto previsto per i selezionati dopo che l’ente di Santa Lucia, sulla scia di un tuonante De Luca, ha rifiutato di firmare la convenzione con Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) per l’assunzione dei selezionati, per un incarico che prevede una retribuzione di 27 mila e 338 euro lordi l’anno fino al 30 aprile del 2021. Dunque, un contratto precario. “La Regione è impegnata concretamente nell’affrontare le vertenze delle aziende in crisi e la grave situazione delle aree di precariato del nostro territorio che si trascinano da decenni – afferma il governatore – la Regione è per la linea della stabilizzazione partendo dai lavoratori precari attualmente in Anpal”. Segue poi una nutrita lista di vertenze aperte: i 3.700 lavoratori socialmente utili che prestano servizio presso gli enti locali in regime di convenzione con il ministero che scade il 31 ottobre, le crisi aziendali, Whirpool, Treofan, Mercatone Uno e Jabil su tutte. De Luca sferra poi l’attacco finale contro il piano Navigator e la creazione di quello che definisce “nuovo precariato”, puntando il dito contro il “vergognoso articolo 3 dell’accordo quadro nazionale, che consente forme di doppio lavoro per i Navigator”. Nel frattempo i 471 lauerati selezionati nel concorso si apprestano a scendere in piazza, riversandosi sotto la sede della Regione Campania lunedì 22 luglio per chiedere al governatore di firmare la convenzione e di liberarli da un ricatto. Con il sostegno legale del Movimento 5 Stelle, preparano un ricorso per provare a mettere con le spalle al muro l’ente guidato da Vincenzo De Luca.