“La lotta tra ciò che si è e ciò che la gente si aspetta di vedere. La paura che sfocia in sicurezza, una farfalla che spiega le ali per la prima volta dopo essere uscita dalla sua crisalide. La storia di chi non permette che odio e pregiudizio rubino la scena”. Con questa frase Narciso Nappi fa ingresso nel video clip di “Luna Palumbo – Quanto dura un girotondo“, il singolo dietro il quale si celano tre storie di coraggio e forza; la forza di mettersi in discussione e non restare dietro le quinte, la stessa che ti fa prendere in mano la tua vita e trasformarla in ciò che si desidera.
Gerardo Nappi, 25enne di Pontecagnano Faiano, noto a tutti col nome di Narciso perché “rappresenta la trasformazione di ogni persona che decide di aprire le proprie ali e le proprie aspettative. Narciso è quella persona che non ha paura né dei suoi quasi 25 anni né della società! Narciso è una famosa leggenda e il mio più grande sogno è quello di essere capito come fonte di ispirazione” ed è così che si presenta, raccontando la storia del suo “nuovo nome”.
Capelli biondi e sempre in ordine, look stravagante ma mai fuori moda, pochette, borse e scarpe tante quante le occasioni in cui sfoggiarle, manicure ben curata da gel impeccabile e ovviamente l’immancabile make-up preceduto dalla sua amata skin care a cui tiene molto. “Mi piace tanto prendermi cura dell’aspetto estetico perché per me il primo impatto è quello esterno” racconta, ed è appunto ciò che si evince dal suo profilo Instagram con cui rende partecipi tutti i suoi seguaci della sua beauty routine.
Come in ogni storia di coraggio, anche dietro quella di Narciso si cela un passato difficile e turbolento; “fino ad oggi la mia vita è stata secondo alcuni aspetti difficile però possiamo dire che sono una persona fortunata. La mia consapevolezza e la mia auto sicurezza si sono esternate alle scuole superiori perché le medie sono state un po’ travagliate e fra varie cose e situazioni particolari non sono state rose e fiori – continua- ho dovuto combattere contro il bullismo sia da parte dei ragazzi che degli insegnanti, dovevo combattere contro le cose che si dicevano su di me, il tutto però all’oscuro dei miei genitori. Dovevo combattere da solo perché purtroppo non potevo contare su nessuno, ero solo“.
Dal racconto si evince appunto che per essere se stessi spesso ci si trova a combattere soli ma affrontando i tanti, a volte anche troppi che fanno sentire una persona non adatta alla società perché caricati da pregiudizi, gli stessi che impediscono anche di riuscire in pratiche normali della vita quali “trovare degli amici anche solo per fare le cose più semplici come andare al cinema perché nessuno voleva essere mio amico“ racconta Narciso.
“Tante volte ho sentito dire che io sono malato, che io non sono normale, che quello che sono è soltanto un momento, una moda…poi passa!” racconta, ma sappiamo tutti che non è così e che queste parole dette a chi ha un carattere un po’ più debole potrebbero essere deleterie.
Il riscatto per Narciso è arrivato alle scuole superiori quando, dopo un periodo durante il quale faceva fatica anche a capire chi fosse, ha capito chi davvero voleva essere, chi davvero “è”. Un po’ con l’aiuto della musica, un po’ guardando da uno schermo delle icone di moda che “oggi posso dire di essere una persona diversa senza maschere e inibizioni, non sono più un paradosso ma una certezza, amo quello che sono e la moda mi ha aiutato a capire che non ci sono generi: Anna Wintour, Anna dello Russo, Chiara Ferragni, Maria Grazia Chiuri, Kim Kardashian, Lady Gaga, Maryl Streep, Jane Fonda e molte altre sono mia fonte di ispirazione” ci confida Narciso.
Oltre ad affrontare la famiglia ci si ritrova a dover affrontare le opinioni del proprio paese e di tutti i cittadini che non perdono occasione di giudicare da dietro l’angolo, infatti Narciso ammette che “non è facile vivere in un paese piccolo come Pontecagnano in cui le persone non è che sono cattive ma non sanno, non capiscono e così si difendono lanciando occhiatacce e bisbiglii, il più delle volte sono nascosti non li vedo“.
Negli anni le cose non sono cambiate di molto, contro il bullismo ci combatte ancora ma sicuramente con più consapevolezza e menefreghismo, “oggi li ringrazierei anche quei bulli perchè ho imparato nella vita che le cose cattive e il male aiutano a costruire cose migliori“.
Anche in questo caso i social hanno fatto la loro parte (positiva ovviamente) perchè “ho imparato a non avere vergogna di mostrare quello che sono a persone estranee -continua- oggi mi ritengo fortunato perché sono io, non un qualcosa o un qualcuno che la gente o la società vorrebbe ma io! Non abbiate paura di ostentare la vostra anima perché quella nessuno ve la può rubare“.
“La mia storia potrebbe aiutare tante persone” conclude Narciso.