Il primo Museo Digitale della Dieta Mediterranea è online: un collage di video dedicati allo stile di vita, oltre che alimentare, ampiamente riconosciuto anche nella letteratura scientifica e dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Il Museo è stato recentemente creato dal MedEatResearch dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, insieme all’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza, e finanziato dalla Regione Campania. Il Med, fondato e diretto dagli antropologi Elisabetta Moro e Marino Niola, costituisce il primo Centro di Ricerca universitario italiano specificamente dedicato alla Dieta Mediterranea, nel cui universo il sito offre un viaggio completo attraverso una raccolta di racconti inediti, autobiografie gastronomiche, aneddoti gustosi, dai centenari del Cilento che svelano i segreti della loro longevità ad artisti come Isa Danieli; da uomini di spettacolo come Ugo Gregoretti a storici dell’architettura di fama mondiale come Joseph Rykwert; da chef stellati come Alfonso Iaccarino a scienziati come Antonia Trichopoulou; da registi noti come Konchalovsky ad antropologi di fama mondiale come Marc Augé. Ricette antiche, nozioni e racconti alternano voci e volti di quanti hanno studiato e sperimentato – e tuttora – i benefici e le peculiarità della Dieta Mediterranea, promuovendola nel mondo. Un melting pot di esperienze e professionalità che spazia dalla scienza alla medicina, dall’arte alla cucina conservandone e restituendone il valore sociale.
Un patrimonio immateriale dell’umanità purtroppo spesso perso di vista anche nei Paesi dove si è affermato, nei quali si registra una sempre maggiore incidenza di malattie correlate ad un cattivo stile di vita e di alimentazione.
Nella categoria Biblioteche viventi, alcuni centenari cilentani – ma non solo – che hanno vissuto e vivono nella loro quotidianità i principi e le regole della Dieta Mediterranea; ad esempio Mauro D’Agosto, che racconta come l’agricoltura sia il passatempo più bello che possa esistere nella vita, un modo per riconciliarsi con la terra ed opporsi alla corrente delle multinazionali che vendono cibi in serie di cui non si conosce il vero contenuto. Vengono ricordate le antiche usanze, come quella dei baratti di cibi, le alici ad esempio, che le donne da Agnone recavano in ceste sul capo, scambiate con l’olio di San Mauro Cilento: uno stratagemma sociale e solidale per compensare la mancanza di bisogni primari e moneta. Da molti racconti emerge il rimpianto del mondo contadino spazzato via nel secondo dopoguerra con lo sviluppo delle città e della “modernità”, irrompendo nella quiete delle campagne. Così spesso le parole assumono toni nostalgici.
La sezione Pionieri ospita invece le testimonianze di coloro che hanno studiato e fatto ricerche sulla Dieta Mediterranea, sin dal momento della sua teorizzazione a cura di Ancel Keys. Interviste a scienziati e ricercatori, ma anche a quei detentori di saperi tradizionali di cui i coniugi Keys compresero da subito la portata.
Tra le tante testimonianze quella di Alessandro Menotti, pioniere italiano in malattie cardiovascolari ed epidemiologia ed uno degli investigatori principali della sezione italiana del Seven Countries Study. Assunto dal collaboratore medico di Ancel Keys a Roma, è poi diventato Socio di Ricerca presso il Laboratorio di Igiene Fisiologica del Minnesota, partecipando a diverse indagini sul campo. E ancora, Delia Morinelli, l’anziana governante di Ancel e Margaret Keys, che si concede per un’intervista colma di ricordi tra ricette e tradizione culinaria.
Nella categoria Esperti, un viaggio nella cultura scientifica tra coloro che studiano i benefici della Dieta e contribuiscono a diffonderla nel mondo. Ci si imbatte in guide d’eccezione come il grande fotografo Mimmo Jodice che racconta il ruolo dello sguardo nel nostro rapporto con il cibo, concentrandosi sulla cucina campana e la sua ricchezza di colori ed accostamenti.
Giovanna Voria, considerata l’ambasciatrice della Dieta Mediterranea, anche se lei ama definirsi una chef-contadina. Titolare dell’agriturismo Corbella, nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in provincia di Salerno, nel Comune di Cicerale, Giovanna, attraverso il legame con il passato, ha conservato i valori e i sapori di un tempo riprendendoli in chiave moderna. L’intervista diventa un racconto di vita per condividere i saperi e i sapori.
Paolo Scarpi presenta invece un breve excursus storico sull’evoluzione delle abitudini alimentari nei paesi di area mediterranea: dal semi vegetarianismo delle civiltà che abitavano il mondo antico alla contaminazione nella dieta, conseguenza delle invasioni dei popoli cacciatori-raccoglitori.
A seguire, numerose testimonianze di artisti. C’è la narrazione suggestiva di grandi star dello spettacolo come Peppe Barra, che ricorda la cucina di mamma Concetta e il ragù di Eduardo o l’immenso Ugo Gregoretti che ravviva il ricordo dei suoi pranzi con Totò a base di puparuoli e racconta la sua Italia. Gregoretti spiega di utilizzare il “pollo ruspante” come metafora della società dei consumi in cui i cibi, come le altre mercanzie, sono fatti in serie e il pollo di campagna, libero e non antibioticizzato, non si trova più. Le riflessioni finali si concentrano invece sul confronto tra “Viaggio nella valle del Po’” di Mario Soldati e le trasmissioni televisive condotte da Antonella Clerici.
Nella sezione del Museo dedicata agli chef, troviamo invece diverse personalità locali che si sono distinte nel promuovere e conservare uno stretto rapporto con la Dieta Mediterranea. Tra i tanti, il ristoratore Alfonso Mattozzi e il maccaronaro Giovanni Assante.
Carmela Baglivi, chef di “Al Frantoio”, ristorante della cooperativa “Nuovo Cilento”, racconta come si preparano i piatti della tradizione cilentana, i fusilli con il castrato, i fusilli al sugo, i cavatielli con i fagioli, le lagane e ceci, le tagliatelle, le melanzane ‘mbuttunate e il suo piatto della memoria: l’acqua cecata.
Contro le più diffuse prescrizioni della dietetica contemporanea lo chef pluristellato Alfonso Iaccarino, fautore convinto di un’alimentazione a base di pasta e della necessità di trasmettere alle generazioni future la memoria del cibo oltre al recupero della zootecnia collinare e della vocazione cerealicola dell’Italia.
Seguono le testimonianze dei produttori e i loro racconti, come quelli di Gabriella Mazziotti, proprietaria dell’agriturismo “Al Sentiero” a Galdo di Pollica nel Cilento, che ravviva con passione e amore i segreti di un’antica ricetta cilentana, tramandatale dai nonni, che in questi anni è tornata alla ribalta: la trasformazione delle “olive ammaccate” del Cilento, oggi presidio Slow Food.
Infine, nella categoria Educazione, è raccolta la storia della Dieta Mediterranea, raccontata dagli antropologi Elisabetta Moro e Marino Niola, e gli strumenti educativi innovativi elaborati dal MedEatResearch, come l’Edutest della dieta e la nuova Piramide Alimentare (presentata in occasione di Expo 2015) che prevede incrementa la classica piramide di alimenti con una base di valori come convivialità, attività sportiva, stagionalità, scuola e zero sprechi. Il tutto in collaborazione con esperti di scienze della nutrizione e malattie del metabolismo dell’Università Federico II.
La Dieta Mediterranea è un patrimonio che va diffuso, oggi più che mai, racchiudendo i segreti per vivere bene e a lungo e diminuendo i casi di obesità.
Il Museo virtuale permette di esplorare la storia dei cibi e le tradizioni alimentari del Mediterraneo in un’ottica multidisciplinare – pedagogica, antropologica, sociologica, etico-ambientale, medico-scientifica e multimediale – catapultando in un viaggio alla scoperta dell’arte di mangiare bene, facendo della Dieta Mediterranea una vera e propria arte di vivere. Mangiare mediterraneo significa tessere una rete di relazioni che collegano l’uomo al territorio e la passione alla tradizione. Uno stile di vita che mantiene mente e corpo in salute fino ad età avanzata, utilizzando le risorse messe a disposizione dal pianeta senza comprometterne gli equilibri vitali.