Modello Putin: viaggio in un paese che faremmo bene a conoscere è un libro che tutti avremmo dovuto leggere l’anno scorso. Uscito il 19 marzo 2021, racconta tutto su come Putin mantenga il potere, sulla sua idea di Stato e di democrazia e lo racconta da una prospettiva al tempo stesso interna ed esterna ai fatti. Mattia Bagnoli, l’autore, è capo della redazione Ansa di Mosca. Modello Putin, quindi, è raccontato da un giornalista che vive la Russia senza essere russo. Si tratta di un punto di vista “privilegiato”, di una persona che può permettersi un certo distacco dai fatti che racconta. Una distanza relativa, visto che ormai i suoi figli crescono e vanno a scuola lì.
Un po’ saggio, un po’ reportage, diario di bordo, storia di vita quotidiana, storia di vita quotidiana col Covid. Il libro di Bagnoli è tutto questo, è tutto quello che bisognerebbe sapere su Putin, tante ombre, qualche luce, molti motivi di preoccupazione per l’Occidente. Dopo la lettura, certamente l0invasione in Ucraina susciterà sgomento, ma non stupore. C’è poi un elenco non esaustivo degli oppositori a Putin che sono disgraziatamente scomparsi, con tanto di descrizione del veleno che in taluni casi ha accelerato la scomparsa. Non mancano le steccate ai politici italiani (vi lascio immaginare a chi mi riferisco) ed europei. Alcuni passaggi del libro sono noti, altri più sorprendenti, soprattutto i capitoli riguardanti la lotta russa al cambiamento climatico. Ma tutti i capitoli sono importanti per capire perché il Modello Putin funziona. E quanto andrà avanti ancora.
Quello che emerge è che il dopo-Putin in Russia non sia stato ancora pensato, anzi è quasi un tabù. Il recente cambio della Costituzione permetterebbe a Putin di rimanere al comando fino al 2036, ma non sembra quello il problema principale. Il punto focale è che l’attuale presidente-zar ha creato una gerarchia talmente forte che rimarrà, anche dopo che lui avrà lasciato il potere o sarà morto.
Il libro si regge su due domande di non facile risposta: la prima è “Come si vive in Russia?”, la seconda è “Perché in Occidente il preside Putin goda di così tanta stima?”. In realtà la risposta alla seconda domanda è secca, ma difficile da mandar giù per Bagnoli, che la ascolta per bocca di una donna russa. La risposta è “Cattiva informazione”. Due parole che mettono in crisi il giornalista Bagnoli. “Ma allora facciamo male il nostro lavoro” pensa. E da lì comincia un viaggio in Russia e fuori.