Più di un diplomato su quattro, oltre il 26% degli studenti meridionali, opta per università del Centro o del Nord. E ogni anno, nella sola Campania, 4500 giovani abbandonano il proprio territorio alla volta di una regione lontana. Per studiare, comprensibilmente, ma anche per iniziare a costruirsi un futuro. Nel settentrione gravido di promesse, con le migliori aspettative di vita del paese, gli studenti del mezzogiorno approcciano fin da subito con un’idea di futuro altrimenti impossibile. Una scelta quasi lungimirante: si preferisce migrare prima della laurea anziché dopo per cercare lavoro. E l’inarrestabile esodo riguarda ormai anche i poco più che maggiorenni, rassegnati a stabilirsi altrove, influenzati anche dall’imprinting culturale degli ultimi anni. L’annuale rapporto di AlmaLaurea, che fotografa la condizione occupazionale dei laureati italiani, sciorina cifre allarmanti per le risorse, umane oltre che economiche, degli atenei meridionali. Per i giovani del Sud e delle isole maggiori il fenomeno migratorio assume proporzioni considerevoli: il 26,4% decide di conseguire la laurea nelle Università del Centro e del Nord. Un dato che tende a ingigantire la sua portata se riferito ai laureati magistrali biennali, con 37 studenti su 100 che conseguono il titolo in una provincia diversa da quella in cui si sono diplomati. Mentre i coetanei del centro-nord rimangono in gran parte nelle proprie zone di appartenenza, al massimo si spostano in qualche città dei dintorni. Tra i laureati del Sud che a cinque anni dalla laurea lavorano, il 42,4% lavora al di fuori della propria ripartizione territoriale. Più precisamente, il 22,9% al Nord, l’11,6% al Centro e il 4,9% all’estero. Una migrazione che penalizza il Sud, che contribuisce a un ulteriore e progressivo spopolamento di aree già fortemente condannate dalla storia. È il futuro ad andarsene, a rincorrere se stesso, a consolidare una tendenza. Nonostante le eccellenze e il gradimento ricevuto da molti atenei meridionali anche in relazione al traguardo occupazionale (premiati il Suor Orsola e la Federico II), la fuga inizia prima possibile. Città a misura di studente, opportunità e servizi migliori, ma anche un forte desiderio di autonomia ed emancipazione. Tutte ragioni che concorrono alla scelta di aree maggiormente evolute, produttive e frequentate, dove si mescolano esperienze e intelligenze, dove la diversità è una condizione necessaria. Il Nord traino del paese, meta prediletta. Mentre il Sud sprofonda, vittima di un divario accentuato dalla migrazione di massa delle giovani generazioni.
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