Mediterranea Social Canapa: intervista a Liviano Mariella

Due facce della stessa pianta, la canapa e la marijuana appartengono allo stesso genere, la Cannabis. La differenza tra le due ha un grande significato politico. Storicamente, la canapa è stata criminalizzata a causa della sua associazione con la marijuana – anche se non ha la psicoattività – motivo per cui è stata invece vietata quest’ultima.

Leggi e direttive fungono da regolatori nei diversi Paesi, stabilendo procedure legislative che consentono il contenuto di THC (il principio attivo con effetto psicotropo che rende la sostanza “droga leggera”) limitato per coltivazione, lavorazione, commercializzazione, distribuzione e consumo. Questo aspetto ha penalizzato la crescita del settore insieme alla mancanza di innovazioni nella raccolta e nella trasformazione, nonché alle difficoltà nel trasporto del prodotto in mercati altamente regolamentati. Tuttavia, l’aumento della liberalizzazione e della legalizzazione per la coltivazione della canapa con basso contenuto di THC – tra 0,6 e 0,2 in Italia- in diversi paesi ha avuto un impatto positivo sulla crescita del mercato. Rispetto ad altri Stati, tra cui gli U.S.A., la Cina, la zona baltica, l’Australia, ma anche alcuni stati europei, che hanno visto fiorire il mercato della canapa industriale e ricreativa mentre l’Italia, pur essendo tra i migliori produttori di canapa in UE, resta bloccata da normative incomplete ed ancora molta confusione di idee fra canapa industriale e droga. Il risultato è che un intero settore rimane bloccato.

La cannabis terapeutica invece è coltivabile in Italia solo ed esclusivamente dall’esercito italiano; ha alti contenuti di THC e richiede chiaramente una prescrizione medica.

La fotografia che ne risulta è quella di una forte contraddittorietà delle istituzioni sanitarie e politiche che non può che provocare un certo disagio. Tralasciando il discorso -che peró sorge spontaneo- su libera vendita di alcol, sigarette, cibo spazzatura e abuso di farmaci. Troppa ipocrisia, a discapito della salute di tutti. Nonostante ciò c’è chi ha deciso di investire nel settore avendone appreso appieno le potenzialità sia in termini quantitativi che qualitativi. È il caso di Mediterranea Social Canapa, un progetto nato nel cuore del basso Cilento.

INTERVISTA A LIVIANO MARIELLA, PROJECT MANAGER DI MEDITERRANEA CANAPA

Quando nasce Mediterranea Social Canapa, e perché?

Il progetto Mediterranea Social Canapa nasce nel 2018, mettendo insieme le passioni di un gruppo di amici con competenze trasversali, un team eterogeneo di professionisti che si occupa degli aspetti legati all’agricoltura, alla comunicazione e agli ambiti sociali e culturali dell’attività,  guardando fin dal principio al territorio per immaginare un progetto corale: costruire una rete di produttori e collaboratori – nel golfo di Policastro – per generare economie e reddito localmente, aumentare la biodiversità e produrre naturalmente riprendendo terreni incolti, e reinvestire una parte dei ricavi nel sostegno di progetti sociali, culturali e imprenditoriali nei comuni del territorio.

Facciamo un po’ di chiarezza: che cosa è la canapa light e quali sono le sue proprietà?

La Canapa light in Italia si è affermata in modo strutturato a partire dalla ‘‘LEGGE 2 dicembre 2016, n. 242. Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”; si tratta di Canapa a basso contenuto di THC, la molecola psicogena più celebre, e da un alto contenuto di CBD, molecola non psicoattiva della cannabis, con capacità rilassante, antinfiammatoria e antidolorifica -giusto per citare una prima caratteristica che la differisce da altri tipi di Canapa-. La Canapa light in Italia, ed in gran parte d’Europa, viene oggi utilizzata per tantissimi usi, che vanno dall’alimentare al tessile. La Canapa ad alto contenuto di cbd è ricca di acidi grassi essenziali, come Omega-3 e Omega-6, ed è una fonte preziosa anche di vitamine; contiene anche una buona dose di antiossidanti naturali, che possono prevenire allergie e infiammazioni, ed ha un elevato valore proteico. É di questi giorni la notizia della ricerca di un laboratorio canadese che spiega come la Canapa ad alto valore di CBD riduca del 73% le infezioni da COVID-19.

Che diverse qualità di prodotti a base di cbd producete e proponete nel vostro shop?

Grazie alla collaborazione e rete di produttori di Mediterranea Canapa, di cui fa parte l’azienda Magariè situata a Bosco, riusciamo a trasformare diversi prodotti derivati dalla canapa, utilizzando i laboratori artigianali e alimentari delle diverse aziende che compongono la rete. Produciamo olii essenziali, tisane, unguento, balsamo labbra, sapone, biomassa.

La nostra produzione di Canapa è al 100% naturale e sostenibile, non utilizziamo alcun additivo, pesticida, diserbante chimico e terpeni aggiuntivi; le piante sono immerse tra alberi di frutti, ulivi, e vengono innaffiate con acqua pura di sorgente. Utilizziamo concime di letame vaccino e ovino, proveniente da allevamenti locali, recuperando terreni inutilizzati e aumentando la biodiversità.

Come è stata la risposta iniziale a questo progetto?

La risposta è stata fin dal principio molto positiva sul territorio, nonostante temevamo visioni bigotte e di pregiudizio. L’idea e il progetto si sono sviluppate rapidamente e senza problemi proprio perché la produzione di canapa è legata direttamente allo sviluppo del territorio, a partire dai produttori fino ai lavoratori e a tutte le persone che collaborano attivamente al progetto. Ad oggi la filiera di Mediterranea Canapa ha contato un numero complessivo di 21 impiegati, che si dedicano con passione alla cura delle produzioni ma anche alla comunicazione, e all’investimento in attività sociali e culturali.

Di recente avete lanciato la campagna “Adotta una pianta”. In cosa consiste?

#AdottaUnaPianta è la campagna appena lanciata da Mediterranea Social Canapa per reinventare un segmento di filiera agricola territoriale. É un’opportunità per i consumatori e le consumatrici di supportare i piccoli agricoltori del basso Cilento diventando veri e propri coltivatori a distanza, senza alcun intermediario.

Aderendo alla campagna, sarà infatti possibile prendersi cura di un campo virtuale di Canapa legale, a base di CBD; seguire la crescita biologica delle piante adottate e dare loro perfino il nome che si preferisce. Grazie ai report fotografici settimanali, i coltivatori saranno in grado di monitorare lo stato di salute del proprio campo, che potranno decidere di visitare anche personalmente.

Al momento dell’adozione, riceveranno direttamente a casa un anticipo di 50 grammi sul raccolto finale; nel mese di ottobre 2020, invece, Mediterranea Canapa spedirà loro la restante parte di infiorescenze. La società garantisce per ogni pianta adottata un raccolto minimo di 150 grammi, che possono arrivare fino a 450 grammi!

A tuo avviso, perché in Italia la canapa è ancora demonizzata, nonostante le sue note proprietà in diversi campi sin dall’antichità? Ritieni che questa linea sia condivisa o no dalla maggioranza delle persone?

La canapa è ancora demonizzata per una serie di ragioni che è possibile sintetizzare in un’unica risposta: la prima ragione è dettata dalle massicce campagne di cattiva comunicazione che nel corso degli anni hanno reso questa pianta illegale e proibita, denigrandola come una droga dannosa; poi gli studi scientifici hanno dimostrato il contrario e l’OMS ha dovuto rivedere la sua posizione sulla sostanza. L’OMS oggi raccomanda in primis la rimozione della cannabis dalla tabella IV della convenzione del 1961, ovvero quella che contiene le “sostanze particolarmente dannose e di valore medico o terapeutico estremamente ridotto” e l’inserimento di determinate preparazioni farmaceutiche a base di cannabis nella tabella III della stessa convenzione, quella delle sostanze con valore terapeutico e con basso rischio di abuso.

La vera ragione è che la canapa, una pianta dalle mille potenzialità in ambito industriale e alimentare, una pianta estremamente versatile che la storia ci insegna essere stata utilizzata fin dai primordi dell’umanità in tutti gli ambiti, dall’abbigliamento all’edilizia, oggi potrebbe rappresentare un vero traino per lo sviluppo etico e sostenibile della nostra civiltà. É una pianta che ha così tanti usi da poter irrompere nelle filiere produttive del capitalismo basato sull’estrazione di materia prima non sostenibile e non nelle disponibilità delle comunità. Sarà una lotta ancora lunga perché in ballo c’è un conflitto tra modelli economici e produttivi opposti; nel frattempo tutto il settore della canapa, con tutte le incertezze e gli affronti che riceve quotidianamente, è in crescita e potrà essere un settore decisivo per il futuro sia dell’Italia che del mondo intero.

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