Rinviati a giudizio l’ex soprintendente di Salerno Gennaro Miccio e il funzionario della Soprintendenza Domenico Palladino, imputati nell’ambito di una delicata inchiesta su una lottizzazione abusiva nel Vallo di Diano. I due avrebbero ottenuto la nomina di un architetto amico in cambio di una concessione per un progetto edilizio relativo alla costruzione di strutture abitative in contrada Alano a Castellabate, nel cuore del parco nazionale del Cilento.
Ma Miccio e Palladino non saranno gli unici a dover rispondere alle accuse di corruzione. Insieme a loro, anche l’architetto presunto beneficiario della nomina e Giuseppe Beneduce, legale rappresentante della società “Alba Costruzioni”, committente ed esecutore delle opere. E non solo. Gli imputati, infatti, sono diversi: Giovanni Infante, responsabile dello Sportello Unico per le attività produttive di Vallo della Lucania; Adelio Nicoletta, responsabile dell’ufficio urbanistica del Comune di Castellabate; Antonio Santoro, responsabile unico del procedimento ed altre 14 persone tra direttori dei lavori, legali rappresentanti delle società coinvolte e beneficiari del progetto. Le accuse vanno dal falso ideologico, all’abuso d’ufficio fino alla lottizzazione abusiva. Sono 18 in totale le persone ritenute – in diverse modalità – responsabili.
La situazione si farà più chiara e definita, però, solo a partire dal 21 gennaio, data in cui è stata fissata l’udienza preliminare, prima tappa giudiziaria della delicata inchiesta.