Un libro per favorire l’inclusione, ma soprattutto per spezzare i pregiudizi che pesano su chi è affetto da ipovisione o cecità. Soggetti, per stessa ammissione dell’autore, il cui ruolo troppo spesso viene svilito dalla società. Si chiama L’Universo tra le dita (Efesto Edizioni) il saggio divulgativo del matematico salernitano Michele Mele, che ha deciso di raccogliere le storie di dieci scienziati ipovedenti o non vedenti per provare a difendere la libertà di scelta delle persone con patologia alla vista, ancora oggi troppo spesso allontanati, più o meno consapevolmente, dalle discipline scientifiche, considerate con grande errore a loro inaccessibili.
E ne è fulgido esempio lo stesso autore, ipovedente dalla nascita, che dopo la laurea in Matematica all’Università degli Studi di Salerno, ha conseguito un dottorato di ricerca in Scienze Matematiche ed Informatiche presso l’Università di Napoli ‘Federico II’ e si occupa di ricerca su problemi di Ottimizzazione Combinatoria presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi del Sannio.
Ha voluto fare di più, però, il 30enne salernitano, raccontando le storie e le imprese di dieci scienziati dal XVII Secolo ai giorni nostri, capaci di combattere stereotipi ma di offrire al contempo un contributo enorme grazie a scoperte scientifiche di assoluto valore. Si parla infatti di Eulero, uno dei più grandi matematici della storia, o di un erede di Isaac Newton, per anni titolare di una cattedra a Cambridge, completamente autodidatta, così come John Metcalf, uno dei primi ingegneri primi specializzato nella costruzione di strade e autostrade, capace con il solo utilizzo di un bastone, di individuare le falde acquifere presenti nel sottosuolo, e decidere dove costruire. Senza dimenticare, per parlare dei giorni nostri, di Damion Corrigan, ipovedente e inventore del test ultra-rapido per l’individuazione del Covid-19, virus che ha messo in ginocchio il mondo intero da quasi due anni.
E mentre il libro, pubblicato nello scorso gennaio a già alla seconda ristampa, ha recentemente ricevuto il Premio “Ritratti di Territorio 2021″ (rassegna diretta dalla giornalista Nunzia Gargano), Michele Mele prova con la forza della cultura, e della speranza a lanciare un messaggio di inclusione che tutti dovrebbero provare ad ascoltare con grande attenzione.
La strada da percorrere la suggerisce il talento, e non i pregiudizi.