In giorni caotici come quelli festivi, è difficile fermarsi e porsi alcune domande. Il motivo, di sicuro è legato al pandemonio del furore natalizio, che induce ad essere spontaneamente più disattenti.
Chi di noi, però, a ridosso dell’accensione delle Luci d’artista, non si è chiesto, anche solo per un istante, se queste fossero funzionali o meno per i cittadini salernitani e soprattutto se fossero un terreno fertile da un punto di vista economico per i commercianti salernitani?
Insomma, i turisti ci sono, ma dove vanno? È solo un ulteriore stress per chi vive l’habitat urbano o c’è qualche benefit? Sussiste qualche miglioramento spirituale per noi comuni cittadini o è il solito scintillio multiforme che non dà voce alle lacune di una collettività?
Frasi del tipo: “Sono sempre le stesse luci!”, “Non c’è parcheggio nemmeno sul cucuzzolo della montagna”, “Abolirei visite guidate e passeggini che intralciano la strada”, “Basta schiamazzi”, “Meglio chiudersi in casa per tutto il periodo natalizio che prendere l’automobile per raggiungere il centro” sono i must che inondano i bar e non solo.
Io stessa ricordo di aver fatto da Cicerone per un po’ di anni a tutti gli amici che da fuori venivano a visitare le luci e non posso affermare di essermi sempre divertita nel rimanere imbottigliata nelle stradine del centro storico di Salerno. Ecco, il centro storico. Sì, perché diciamocela tutta: spesso, molte strade periferiche della nostra amata città sono in continua “gattabuia”. Interi quartieri delle retrovie di Pastena, Mercatello, Sant’Eustachio in cui è difficile trovare un lampione acceso. Insomma, per quanto ci siano dei risvolti positivi, le lamentele sono moltissime.
Le sensazioni di sconforto sono evidenti anche tra i commercianti. “A noi fa piacere che le luci vengano riproposte ogni anno – hanno dichiarato alcuni dipendenti del Bar Rosa, nei pressi della Provincia – Questo significa che l’attività macina bene e quindi che indirettamente anche noi manteniamo la famiglia. Il fatto è che spesso, i turisti, si limitano a consumare un caffè per utilizzare i servizi. Così si crea solo caos e a volte è difficile gestire la situazione. Ovviamente, li capiamo. Costa affittare i pullman da fuori, per visitare le luci.”
Spostandomi nel cuore della città, ho ascoltato le riflessioni di Armando Pistolese, proprietario di “Tozzabancone” e segretario dell’Associazione “Commercianti per Salerno”:
“La nostra associazione è nata nell’estate del 2019. L’obiettivo è quello di valorizzare il commercio del centro storico salernitano, costituito da molti imprenditori del posto. Molte attività, a dispetto di quanto si afferma, hanno chiuso anche dopo molti anni di sacrifici. La prima causa è attribuile all’apertura di numerosi negozi che rientrano nei marchi delle grandi catene commerciali. L’associazione che non conta solo esercizi di ristorazione – basti pensare a Brancaccio che ne fa parte – sollecita l’amministrazione per il raggiungimento di alcuni obiettivi. A dir la verità, abbiamo ottenuto qualcosa, ma la strada è ancora lunga. Nello specifico, chiediamo che il prezzo dei parcheggi del centro, di sera, non superi mai 1 euro all’ora. Inoltre, si propone di potenziare il parcheggio del Genio civile e quello della Stazione marittima. Noi non facciamo una critica sterile, anzi, ambiamo ad un dialogo costruttivo, ma è necessario che l’amministrazione applichi una buona comunicazione. Non serve avere buone idee se queste poi restano di nicchia e non vengono comunicate in modo giusto“.
Non solo critica sterile, quella che spesso invade Salerno, ma progetti e idee validi ed efficaci per la propria città. Sarebbe bello – ha continuato Pistolese – se potenziassero anche per poche corse, i trasporti notturni per invogliare le persone a vivere la città anche di sera. Ripeto, la possibilità esiste ma è fondamentale che si faccia una buona strategia comunicativa, altrimenti è tutto vano. In molte altre città italiane, le nostre richieste sono state già messe in pratica. Ogni cosa detta, è collegata al discorso Luci d’artista. In generale, secondo noi commercianti, si è avuto un calo. Il venerdì e il sabato lavoriamo molto, ma già la domenica è più vuoto. La gente “mangia e fugge” e non ha il tempo per sedersi e godersi un bicchiere di buon vino o di buon cibo. Il nostro target è alto, è vero, ma sarebbe opportuno stimolare la città anche culturalmente e mirare ad incentivare anche questo aspetto”.
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Irene Petrella è la figlia del proprietario del bar “Punto e virgola” che si trova nei pressi del Corso Vittorio Emanuele, in una delle stradine all’altezza dell’Intesa San Paolo.
“Per quanto riguarda le luci – ha dichiarato –penso che queste siano abbastanza rappresentative per Salerno che viene conosciuta anche per questo. Negli anni passati ci sono state edizioni in cui erano più carine e coordinate tra loro, ma già quest’anno mi sembrano più disordinate e senza un tema vero e proprio. In generale, penso siano anche un disagio per la città, soprattutto per noi che abitiamo nel centro storico, in cui è diventato impossibile vivere in questo periodo dell’anno, soprattutto con l’automobile. C’è sempre confusione tra le strade ed è un disagio in questo senso. Per quanto riguarda la nostra attività, noi abbiamo un target specifico con una clientela fissa e questo mood rimane anche durante il periodo delle luci. Quando passa qualche turista, capita anche da noi che consumino un caffè per usare i servizi igienici. Ovviamente non è sempre così“.
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Situazione ben diversa in periferia.“Noi lavoriamo regolarmente tutto l’anno e con molta intensità, per fortuna – ha affermato la proprietaria della pizzeria “Capriccio di gola”, a Mercatello – Ci troviamo in un punto nevralgico tra Pastena e Mercatello, nelle vicinanze della Metropolitana di Pastena. Durante il periodo delle luci, molte persone tendono a spostarsi verso il centro ed è difficile che i turisti si fermino in questa zona. I nostri clienti più fedeli, infastiditi anche dal caos cittadino, continuano a degustare le nostre specialità, ma è pur vero che per noi la situazione si rovescia in termini di affluenza”.
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Medesima situazione anche per Armando Sorrentino, proprietario di “Baracano’s Cafe“, nei pressi del Parco Urbano dell’Irno. Queste le sue parole: “Per quanto riguarda il fenomeno Luci D’Artista, la mia zona di riferimento che è all’uscita della Tangenziale di Fratte è sprovvista d’illuminazione. Personalmente non ho grandissimi benefici da questa manifestazione. L’unica nota positiva è l’installazione del Villaggio di Babbo Natale che si trova nei pressi del mio locale. Capita che durante l’evento – che tra le altre cose ha una durata molto breve – vengano a consumare turisti ed autisti, usufruendo anche dei servizi igienici, in quanto proprio qui vicino si stazionano dei pullman. In questa zona siamo esclusi dal tram -tram turistico, ma per fortuna ho molti clienti fissi che sono per me una seconda famiglia“.
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Le domande, a questo punto, sorgono spontanee: è davvero questo il prezzo da pagare per rendere la nostra città nota in tutt’Italia? Non sarebbe necessaria qualche accortezza in più per chi, a Salerno, ci vive e ci lavora tutto l’anno, non soltanto durante il periodo delle luci?