Creare la connessione su cui la politica stenta da anni, creare un movimento d’opinione, arrivare dove gli slogan del populismo rischiano di ingannare gli elettori di oggi per generare i delusi di domani. La prima agenda delle Sardine, all’indomani del successo di Bonaccini in Emilia-Romagna, trainato dalla “moltitudine” che si è ritrovata nelle piazza in risposta alla narrazione salviniana, si articola in una lunga lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte e pubblicata sull’edizione odierna del quotidiano “La Repubblica”. Sicurezza di un lavoro e sul lavoro, di assistenza sanitaria, di accesso a una istruzione di qualità. Questi i punti cruciali indicati nella missiva. E poi l’ambiente: “Saremo i primi a rinunciare ad un’automobile se ci verrà proposta un’alternativa credibile”. E infine: “Non siamo un partito ma quella connessione che la politica va cercando da decenni. Non presentiamo conti da saldare”.
Il capitolo dedicato al Sud è poi l’ennesimo segnale che il movimento spontaneo sorto a Bologna lancia a favore della centralità del mezzogiorno, trascurato impunemente dall’agenda politica per troppi decenni: “Noi di reti ci riteniamo abbastanza esperti e ci piacerebbe trovare con Lei i fili giusti, per tessere percorsi e provare a sciogliere nodi. A partire dal Sud, un filo un po’ maltrattato, ma che malgrado tutto conserva la sua dignità e aspetta solo di divenire rete, parte di un coraggioso e fiero intreccio finalizzato alla crescita e alla cura. Il luogo in cui tante giovani menti, e persone nella loro interezza, crescono, si formano, ma poi vanno via”.
E proprio al Sud, in un luogo simbolo di riscatto come Scampia, si terrà a Marzo il primo Congresso delle Sardine:“Saremo a Napoli e non vediamo l’ora di raggiungere ogni luogo che merita di essere raccontato e di raccontarsi. Ma da soli non bastiamo a noi stessi. Per uno strano scherzo del destino molte persone cercano risposte in noi, quando dovrebbero chiederle anzitutto alle istituzioni della Repubblica. Non ci presentiamo a Lei nelle vesti di oracoli ma ci conceda, per un giorno, di sentirci come Ermes. Smettiamola di considerarci solo come elettori e politici. Iniziamo a onorare i nostri ruoli di cittadini e amministratori. Ognuno faccia la sua parte ma torniamo a dialogare. Crediamo possa essere questo il primo nodo da sciogliere, il primo passo verso un’Italia migliore”.
Il primo componente del governo a raccogliere l’invito delle Sardine e a tendere la mano al dialogo è stato proprio il ministro per il Sud, Peppe Provenzano. Nel rimarcare lo sforzo del governo nella definizione del “Piano Sud”, Provenzano considera quanto già fatto in Legge di Bilancio, sul Sud e sulle aree interne, soltanto il punto d’inizio per riannodare quel filo “un po’ maltrattato”: “Sarei felice di ascoltare le vostre proposte. Infatti, centrate un punto che a me sembra decisivo. Non basta un’azione politica, ad ogni livello di governo, se non accompagnata dal protagonismo sociale della cittadinanza attiva. Così, stiamo pensando a forme di partenariato attivo, come già accade in alcuni casi, processi partecipati di innovazione sociale che già avvengono nelle periferie o nelle aree interne. A tutto questo va data forza, anche da parte delle istituzioni. Insomma, quando vorrete, accanto al confronto più generale che sono certo avvierete con il Presidente Conte, le porte del mio Ministero sono aperte. E del resto anche io mi muovo volentieri, per terra e per mare. Con stima, e anche un po’ di gratitudine“.