In questa prima fase di vaccinazioni anti-Covid, in Italia sono 110mila gli anziani over 80 vaccinati. “Un numero che è una goccia nel mare, al momento, considerando che la popolazione ultra 80enne è di 4 milioni e mezzo”, sostiene Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute. La vaccinazione di larga massa per gli anziani slitterà di circa 4 settimane a causa dei ritardi nella consegna di dosi Pfizer/BioNTech e dei problemi già preannunciati da AstraZeneca. Sono gli oltre quattro e milioni e mezzo di over 80 a patire il ridimensionamento della capacità produttiva delle grandi aziende farmaceutiche, nonostante il nostro piano vaccinale, approvato dal Parlamento italiano e ratificato anche in Conferenza Stato-Regioni, è stato elaborato sulla base di impegni contrattuali liberamente assunti e sottoscritti dalle aziende farmaceutiche con la Commissione Europea. I rallentamenti delle consegne costituiscono gravi violazioni contrattuali, con ricadute dirette sulla vita e la salute dei cittadini e sul nostro tessuto economico-sociale già fortemente provato da un anno di pandemia. Un colpo inferto al cronoprogramma di una campagna vaccinale di massa già complessa per i numeri da raggiungere e per l’imponente organizzazione da rispettare.
Ancora oggi tutto il personale sanitario attende la seconda dose. La somministrazione per oltre 1 milione e 400mila persone si protrarrà fino alla fine di febbraio. Poi toccherà agli over 80, come detto con circa quattro settimane di ritardo sul programma previsto. Nel frattempo attraversiamo la fase di maggiore esposizione del virus, l’inverno, e la mancata protezione dei soggetti più a rischio rischia di incrementare in maniera vertiginosa il numero dei contagiati e, di conseguenza, dei decessi. Secondo il Ministero della Salute, vaccinare tutti gli over 80 entro marzo corrisponde a ridurre la mortalità del Covid del 70% e l’impatto sulle ospedalizzazioni del 40-50%. Un traguardo ancora lontano, per cui è necessaria una corsa contro il tempo. Nelle Rsa, le cronache riferiscono di centinaia e centinaia di anziani contagiati ed esposti al rischio di mancata assistenza. 43 persone sono risultate positive al tampone in una casa di riposo a San Cipriano Picentino. Si tratta di 40 ospiti della struttura e di 3 operatori, compreso il titolare. La situazione è monitorata minuto per minuto, gli ospiti non presentano particolari sintomi. Il rammarico, ha dichiarato il titolare della struttura, è che il virus è arrivato prima che venisse effettuato agli ospiti il vaccino.
“Il buon avvio della campagna di vaccinazione che abbiamo registrato in Campania rischia di essere seriamente compromesso dal rallentamento nella distribuzione dei vaccini annunciato e messo in pratica dalle società farmaceutiche“. É quanto sostiene il segretario generale del sindacato pensionati Spi-Cgil Campania, Franco Tavella.
“Il ritardo di un solo giorno – secondo Tavella – potrà determinare un aumento dei decessi nel Paese e nella nostra Regione penalizzando soprattutto le categorie a rischio come gli anziani. E’ a tutti noto infatti che dall’inizio della pandemia il 95,6% dei decessi si concentra nella categoria anagrafica degli over 60. Dal dato risulta evidente quindi che per gli anziani non c’è un minuto da perdere. La lotta al Covid-19 è quindi una lotta contro il tempo per salvare delle vite che altrimenti sarebbero sottoposte ad un concreto e drammatico rischio“.
“Ciò che occorre quindi – aggiunge Tavella – è una campagna improntata alla massima trasparenza, svolta nei tempi previsti e non sottoposta a criteri arbitrari. Inaccettabile da questo punto di vista, la proposta avanzata da parte della regione Lombardia di rapportare la distribuzione delle dosi di vaccino tenendo conto del PIL regionale. La campagna di vaccinazione è mirata a salvare vite umane che non possono distinguersi rispetto alla loro condizione economica, tale criterio determinerebbe nei fatti un clima di diffusa barbarie del quale non si avverte alcuna necessità“.
“Dobbiamo farci trovare pronti quando avremo un numero sufficiente di dosi. E poi abbiamo ancora troppi casi”. Così, il consulente del ministro Speranza, Walter Ricciardi. “Nel frattempo serve che tutte le regioni siano in fascia rossa, le zone arancioni sono insufficienti. Le varianti sono un pericolo per tutti”.