Prende il via questo pomeriggio, alle 16.30 nell’aula Biagio Agnes dell’Università degli Studi di Salerno, la settima edizione di Open Class, la rassegna dedicata alla sperimentazione e alla contaminazione artistica, pensata e costruita da Alfonso Amendola che ne è il direttore artistico.
Tre appuntamenti, tre modi di vedere il mondo, tre prospettive diverse tra loro ma con in comune un elemento fondamentale: la trasversalità.
Open Class, prima di essere una rassegna, è uno spazio culturale. Rappresenta un luogo-non luogo dove giovani professionisti under 30 riflettono e materializzano attraverso nuove forme culturali e artistiche il cinema, il teatro, il digital, la videoarte, la fotografia, la musica.
E proprio la musica sarà centrale in questa nuova edizione di Open Class. La musica elettronica applicata a quella extracolta, il glam rock di David Bowie che s’interseca con la Guerra Fredda fino alla Sound Art.
I tre appuntamenti
Luogo e orario delle tre lezioni-racconto non cambiano: alle 16.30 in aula Biagio Agnes, all’Università di Salerno.
Si parte oggi con la lezione di Anacleto Vitolo, produttore, sound engineer e compositore dal titolo “Sine Wave: Genesi del suono elettronico applicato alla musica (extra)colta e all’audiovisivo nell’era dell’intermedialità”.
Il 13 novembre, invece, Francesco Cacciatore, esperto in storia dei servizi segreti, storia militare e storia sociale, parlerà di “David Bowie e la Guerra Fredda. Da Space Oddity al concerto che fece crollare il muro di Berlino”.
Infine, il 20 novembre, sarà la volta di Roberta Grassi, esperta di sperimentazione sonora nel mondo artistico che introdurrà “Teorie e modelli della Sound Art”.
“Open Class, giunta al suo settimo anno di vita – racconta Alfonso Amendola – in questa prima parte del 2019 è dedicata alla sperimentazione in ambito musicale. Per la seconda edizione avremo talk dedicati ai social media, al marketing digitale e alla videoproduzione. L’obiettivo resta sempre quello di raccontare i temi della nostra contemporaneità e soprattutto attraverso le esperienze di professionisti trentenni del nostro territorio e dal respiro internazionale”.
Conoscere le sfaccettature del nostro contemporaneo, entrare nelle pieghe di quelle che sono le realtà professionali e artistiche nuove e totalizzanti del nostro tempo, avvicinare l’accademia alla società civile allo scopo di farle comunicare pienamente. Tutto questo diviene una necessità, soprattutto per mostrare ai giovani come i processi culturali possano tradursi in vere e proprie professioni.
Il fil rouge che lega tutti questi giovani, protagonisti degli incontri di Open Class da sette edizioni, è senza dubbio la passione mescolata alla sperimentazione.
Gli incontri, che vedono una grande partecipazione, non prevedono crediti formativi e sono aperti a tutti, a dimostrazione del fatto che la formazione e la crescita personale e professionale non hanno confini, né limiti.