Si è sentita anche da lontano la spinta propulsiva delle piazze italiane che, in questi mesi, hanno ospitato le Sardine e le hanno viste cantare, ballare e discutere su una politica italiana che va sempre più a rotoli e si sfascia sotto il peso della divisione sociale e culturale. Il Movimento delle sardine è nato a Bologna – nella rossa Bologna – in vista delle elezioni regionali in Emilia- Romagna, a gennaio 2020, ed è ciò che di più simile esista alla Resistenza, dopo la Resistenza.
“Stretti come le sardine”: è da questa espressione che nasce il nome del Movimento che sottolinea l’intento degli attivisti di riempire le piazze di persone, non di politici, e di opporsi al populismo e al sovranismo che caratterizzano i partiti di destra che militano all’interno della politica italiana.
Ma per capire meglio chi sono le Sardine e quale sarà il futuro del Movimento, abbiamo intervistato uno degli attivisti salernitani che ci ha spiegato – pur lasciando la sua identità anonima – quali sono i punti e i valori basilari del Movimento e come esso si posizionerà, in futuro, nella scena politica italiana.
Come e perché è nato il Movimento delle sardine e su quali valori si fonda?
Tra i valori su cui si fonda il Movimento delle sardine ci sono sicuramente quelli della Costituzione, l’antifascismo e l’antirazzismo. Nasce da un’azione spontanea e creativa di quattro ragazzi a Bologna, per contrastare Matteo Salvini in Emilia-Romagna che è la maggiore minaccia per una regione in cui storicamente non ha mai governato la destra. E nasce anche per contrastare il tipo di linguaggio che lui incarna. Non è da solo, perché ci sono molti punti in comune con altre forze politiche, ma sicuramente lui è l’esponente che più ha squarciato lo scenario politico italiano. Il suo è un linguaggio violento, atto a distruggere l’avversario, a creare un nemico unico sul quale compattare l’opinione pubblica e l’elettorato, a frammentare una comunità mettendo gli ultimi e i penultimi gli uni contro gli altri. Un linguaggio inconsapevole dei risultati che produce nei tessuti sociali.
Quanti esponenti conta il Movimento salernitano e come è strutturato gerarchicamente?
Il Movimento salernitano conta una ventina di esponenti che sono quelli che compongono l’Assemblea che si è riunita prima della piazza di Salerno un mese fa circa e, al momento, non è strutturato gerarchicamente neanche a livello nazionale. Siamo una ventina di persone che si sono riunite il 16 gennaio per capire come trovare un metodo tramite il quale prendere delle decisioni e deliberare su dei temi e sull’operatività.
Quanti e quali sono i punti programmatici su cui si basa il Movimento?
Al momento punti programmatici non ce ne sono. A marzo ci vedremo in un’assemblea nazionale per capire quali programmi avere. Per ora, l’unica linea che ci si è data nell’Assemblea nazionale è che vogliamo tornare nelle periferie, quindi andare nelle aree interne e parlare con gli spazi emarginati dei nostri territori perché in questa fase, essendo un movimento molto basilare, ci si è concentrati su dei temi e dei valori fondanti piuttosto che su proposte concrete.
In molti sostengono che, prima o poi, il Movimento delle sardine diventerà un partito, ma mi pare chiaro che non è questo l’intento. Cosa rispondi a chi ne è convinto? Quale sarà il futuro delle Sardine?
Io penso, sicuramente, che le Sardine vivranno a lungo ma non so rispondere alla domanda su se diventerà o meno un partito perché il tutto si deciderà a Marzo a Roma. Quello che posso dire è che l’annuncio che è stato fatto dai fondatori di Bologna è che, nel caso in cui l’assemblea nazionale dovesse decidere di misurarsi elettoralmente loro si farebbero da parte perché non hanno l’intento di far politica in questo senso.
Negli ultimi giorni, si parla di un congresso o meglio una riunione. Ogni regione avrà la sua o sarà un evento nazionale? Qual è lo scopo e quando si terrà?
A inizio marzo si terrà questa assemblea. Non sarà regionale, ma nazionale e lo scopo è quello di capire il futuro delle Sardine Non sappiamo ancora in quali termini, sicuramente come movimento ci si strutturerà e ci si darà precisamente la composizione di un’assemblea nazionale. Ci sono varie strade.
Chi sono le Sardine? C’è una maggioranza generazionale all’interno del gruppo?
La maggioranza generazionale nelle Sardine non esiste. Sia a Salerno che in Italia, ci sono tanti giovani quanti over 40 e questo è il bello di vedere l’aggregazione che crea questo tipo di strumento. Il bello è vedere vecchie e nuove generazioni mescolarsi e stare bene insieme, avere gli stessi valori e le stesse prospettive.
Ho l’impressione che il Movimento delle sardine abbia incluso non solo quelle persone che hanno sempre militato in politica, ma anche chi ne ha preso un po’ le distanze a causa della perdita di fiducia nei partiti. È davvero così?
Esatto. Come hai detto tu, la peculiarità più grande è stata quella che le Sardine hanno funzionato da richiamo per chi in piazza non c’era mai stato, per chi ci mancava da tanto, per chi non ci andava per disillusione e sfiducia nei confronti dei rappresentanti del popolo, delle istituzioni, di questo tipo di politica rappresentativa e, invece, ora sono stati tutti richiamati e c’è il risveglio di una parte di popolazione che magari non ha neanche votato alle ultime elezioni e che sicuramente è stata in silenzio, un po’ in difesa e smarrita. Adesso la questione è che, secondo me, bisogna dare gli strumenti a queste persone per partecipare, dargli la possibilità di esprimersi, non solo in piazza ma anche quando ci sarà da attuare delle proposte nelle città.