Aveva appiccato ripetutamente fuoco ad alcune sterpaglie fino a provocare un incendio di vaste dimensioni sul monte Saretto. Un minorenne residente a Sarno, già ospite presso una comunità in seguito a un recente arresto per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, su disposizione del gip del Tribunale dei minori di Salerno, è stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare. Il giovane è stato incastrato dalle immagini dei sistemi di sorveglianza, che hanno consentito anche di individuare gli altri coetanei, tutti appartenenti a famiglie note in città, artefici, in diversa misura, della devastazione che ha costretto all’evacuazione circa 300 sarnesi, provocando danni incalcolabili al patrimonio ambientale della zona. Nel corso delle perquisizioni, in uno degli appartamenti erano stati ritrovati anche abiti visibilmente compromessi da bruciature.
L’eredità di quella che stata definita “una bravata”, una distruzione pressoché totale del bosco, si riversa su una ferita che ha segnato per sempre la comunità sarnese e l’intera provincia di Salerno, e che riporta alla colata di fango che ingoiò il centro abitato in quel disgraziato 5 maggio di ventuno anni fa, provocando la morte, nella sola Sarno, di 137 persone. Gli esperti attribuirono proprio agli incendi dei mesi precedenti uno dei principali fattori scatenanti del disastro. Il Saretto, invece, grazie alla sua vegetazione fu in grado di proteggere la popolazione da ulteriori smottamenti. Dalla notte dell’ultimo incendio appiccato da minorenni allo sbando, la questione sul rischio idrogeologico nel territorio sarnese torna prepotentemente al centro dell’attenzione.