C’è un motivo per cui l’hanno soprannominata “via della morte”. La strada che porta alle Fonderie Pisano di Salerno ha visto susseguirsi le tante “morti sospette” di cui i giornali hanno parlato in questi anni. Sono stati anni di fiaccolate anche sotto la pioggia, messe in memorie delle vittime dell’inquinamento ambientale, cortei e urla a squarciagola di chi – da tempo – cerca di attirare l’attenzione delle istituzioni salernitane. E oggi, nel pieno dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, si è arrivati a un punto in cui il troppo sembra davvero essere troppo. Dopo le ultime disposizioni di Governo e le relative misure di chiusura delle attività che producono beni non di prima necessità, la domanda che sorge spontanea è questa: le Fonderie Pisano bloccheranno la produzione e interromperanno il lavoro?
A chiederselo è, prima di tutto, il Comitato Salute e Vita che, nei giorni scorsi, ha reso noto uno studio scientifico che evidenzia una relazione tra l’inquinamento da particolato atmosferico (PM10 e PM2,5) e la diffusione di virus nella popolazione. Tra i virus la cui diffusione è facilitata dalla presenza di polveri sottili c’è anche il Covid-19.
Lo studio porta alla luce evidenze allarmanti: più alte sono le concentrazioni e maggiori sono i contagi registrati. “Il particolato atmosferico costituisce infatti un substrato che può permettere al virus di permanere nell’aria in condizioni vitali per tempi più lunghi, nell’ordine di ore o giorni – si legge all’interno della ricerca – per tale motivo è necessario ridurre al minimo le emissioni”.
Questo, però, non accade a Salerno, in quella Valle dell’Irno da anni deturpata e messa in ginocchio dall’inquinamento che ha fatto ammalare decine e decine di residenti, tutti di malattie oncologiche e autoimmuni legate proprio al sistema respiratorio.
Tra i sintomi del nuovo Coronavirus, ormai è noto a tutti, c’è proprio l’insufficienza respiratoria provocata da infezione dovuta a polmonite interstiziale, tipica del Covid-19. Eppure l’opificio di via dei Greci continua la sua produzione, mettendo a rischio la salute dei cittadini e degli operai. Come è possibile? A domandarselo non è solo Lorenzo Forte, Presidente del Comitato Salute e Vita, da anni in prima linea nella lotta all’inquinamento ambientale nella Valle dell’Irno, ma sono i cittadini salernitani che, in questi giorni di quarantena, sono costretti a sopportare anche l’odore nauseabondo proveniente dalla fabbrica che – a quanto pare – lavora a pieno regime.
Nelle ultime settimane, la puzza inconfondibile della fabbrica è arrivata – più forte del solito – anche a Baronissi. I gruppi e le pagine social dedicate all’emergenza ambientale di Salerno, nelle ultime settimane, hanno raccolto decine di grida disperate e appelli accorati di una popolazione che sta subendo un doppio attacco alla propria salute. “Siamo prigionieri in casa” continuano a scrivere le persone sui social. E tale condizione si accentua durante questi giorni di quarantena forzata e fa preoccupare anche per la presenza costante dei bambini in casa. Bisogna fare i conti anche con la paura di aprire le finestre, di uscire fuori in terrazza, di respirare l’aria inquinata che in trent’anni non ha mai smesso di attaccarsi alle pareti e ai vestiti dei residenti e non smette neanche ora.
Ciò che non è chiaro è, ora, il motivo per cui le Fonderie Pisano siano rimaste aperte durante questi giorni pur non producendo beni di prima necessità e come mai nessuno, in Regione Campania, abbia preso – fino ad ora – in considerazione gli studi scientifici che sono stati veicolati su tutti i giornali nazionali.
“Auspichiamo inoltre – si legge ancora tra le righe del comunicato stampa del Comitato Salute e Vita – che in questi giorni in cui il traffico veicolare è praticamente ininfluente, mentre le fonderie lavorano, vengano rilevate le polveri sottili presenti in atmosfera da tutte le centraline disponibili sul territorio salernitano. Questo allo scopo di rendere possibile un confronto a traffico fermo dei livelli d’inquinamento nei vari quartieri della città. Annunciamo già da ora iniziative legali se tali dati non saranno resi disponibili”.
Si attendono, quindi, notizie sulla sospensione della produzione da parte della fabbrica di via dei Greci che possa permettere anche ai residenti della Valle dell’Irno di aprire le finestre e respirare aria pulita, almeno per un po’.