Nell’era attuale, in cui la sostenibilità e la protezione dell’ambiente sono diventate priorità globali, gli ecovillaggi autosufficienti stanno emergendo come una soluzione promettente per affrontare le sfide ambientali, promuovendo uno stile di vita più rispettoso nei riguardi dell’ambiente.
Che cosa sono gli ecovillaggi autosufficienti?
Gli ecovillaggi autosufficienti sono caratterizzati da comunità in cui il presupposto essenziale è cercare di vivere in armonia con la natura, riducendo al minimo l’impatto ambientale nella possibilità di soddisfare i propri bisogni in modo sostenibile. Queste comunità si concentrano su varie pratiche che spaziano dall’agricoltura biologica all’energia rinnovabile, dalla gestione delle risorse idriche alla riduzione dei rifiuti, attraverso ad esempio il compostaggio, il riciclo e il riuso, favorendo l’impego di materiali biodegradabili e riducendo l’utilizzo di imballaggi non strettamente necessari.
Gli obiettivi
Uno degli obiettivi principali degli ecovillaggi autosufficienti è quello di creare un sistema produttivo in cui le risorse sono utilizzate in modo efficiente e il ciclo dei materiali è ridotto al minimo. Tali finalità vengono raggiunte attraverso la condivisione delle risorse, l’uso di tecnologie sostenibili e l’adozione di pratiche di vita semplice.
Le caratteristiche degli ecovillaggi autosufficienti
Una delle caratteristiche distintive degli ecovillaggi autosufficienti è la loro attenzione nei confronti dell’agricoltura biologica: permacultura, agricoltura sinergica, al fine di ridurre l’uso di prodotti alimentari provenienti da lontano, favorendo, pertanto, la sicurezza alimentare locale.
Un’altra componente chiave degli ecovillaggi autosufficienti è la propensione all’utilizzo di energia rinnovabile, attraverso la scelta di fonti rinnovabili come il sole, il vento e l’acqua.
L’installazione di pannelli solari, turbine eoliche e sistemi di raccolta dell’acqua piovana sono solo alcune delle soluzioni adottate per mitigare l’impatto ambientale.
Non solo. La gestione delle risorse idriche è un’altra area di interesse all’interno di tali realtà nascenti: promozione di sistemi di raccolta dell’acqua piovana, riduzione degli sprechi e promozione di pratiche di irrigazione sostenibili. Inoltre, alcune comunità adottano anche sistemi per riciclare le acque grigie e per ridurre la dipendenza dalle risorse idriche esterne, sempre in virtù del concetto di autosufficienza.
La socialità come principio educativo
Oltre alle pratiche sostenibili, coloro che fanno parte delle realtà intenzionali si concentrano anche sull’aspetto sociale ed educativo, promuovendo la condivisione delle risorse, la cooperazione e l’empowerment dei membri. Spesso vengono promossi workshop, eventi di formazione sulla consapevolezza ambientale.
Mentre gli ecovillaggi autosufficienti possono variare nella loro organizzazione e nella portata delle pratiche sostenibili adottate, il loro impatto positivo sull’ambiente e sulla comunità è innegabile.
A tal proposito, è giusto far luce sulle comunità intenzionali presenti sul territorio campano.
Ecovillaggi autosufficienti in Campania
La regione Campania ospita diversi ecovillaggi. Tra i più noti in Campania, come non citare Green Fellche si trova, invece, esattamente al 47km della domitiana (Giuliano in Campania).L’idea di costruirvi una comunità è nata da un gruppo di singoli cittadini e dall’Associazione Meridionalisti Democratici.L’obiettivo è stato quello di recuperare i suoli a ridosso della Terra dei Fuochi e di riqualificarli.
L’Ecovillage Maremirtilli, si trova, invece, a soli 200 metri dall’area archeologica di Paestum. Da oltre 20 anni, è strutturato per preservare l’Oasi Dunale del Giglio di Mare e tutta la riserva naturale compresa all’interno dell’area geografica.
Al suo interno, è presente una fattoria con annessi un agri-asilo, una fattoria didattica, una fattoria d’arte.
In generale, è possibile, conoscere la mappa d’Italia degli ecovillaggi autosufficienti attraverso i social.
Gli ecovillaggi autosufficienti sui social
Molti sono i video blogger che, attraverso la loro esperienza personale, condividono ogni giorno la loro esperienza sugli ecovilaggi.
È il caso dell’ecoblogger Bernardo Cumbo cheracconta il modo in cui sono organizzate le giornate negli ecovillaggi italiani, alcuni dei quali vegani, ad esempio. Tra i suoi dossier più significativi, va annoverata l’esperienza nello storico centro“Panta Rei”.
In conclusione, gli ecovillaggi autosufficienti sono un esempio di come sia possibile vivere preservando pratiche sostenibili e nuove realtà educative.
Ad oggi, però, non esiste nessuna specifica legge, che riconosca queste forme di aggregazione.
Al fine di superare tali difficoltà, la “Rete Italiana dei Villaggi Ecologici”, “la Rete Italiana Cohousing”, “Rete Europea SALUS”, e “CONACREIS”, hanno elaborato una proposta di legge per il riconoscimento delle Comunità Intenzionali.