Ancora accertamenti da parte dei militari dell’Arma nell’ambito delle indagini finalizzate a verificare le cause e il grado di inquinamento del fiume Sarno. Una situazione estremamente compromessa, che riguarda un fiume in cui si riscontrano valori batteriologici di concentrazione elevati che eccedono di gran lunga il limite massimo fissato per legge, tanto da rendere impossibile, per lo strumento di analisi utilizzato, rilevarne l’esatto valore. E’ dal termine del periodo di lockdown che il fiume Sarno è oggetto di attenzione da parte dei Carabinieri, che, attraverso una campagna di serrati controlli, hanno individuato e portato allo scoperto numerose situazioni di illegalità ambientale. Nel corso dell’ultimo mese di settembre, i Carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli, con i dipendenti NOE di Napoli e Salerno, hanno effettuato ulteriori accessi presso opifici industriali operanti lungo il corso del noto corso d’acqua e dei suoi principali tributari, i torrenti Solofrana e Cavaiola, al fine di verificare l’eventuale presenza di scarichi abusivi nonché la regolarità di quelli censiti.
I Carabinieri del Comando Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli, su delega delle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Nocera e Torre Annunziata, hanno eseguito una serie di controlli presso gli uffici di alcuni Comuni i cui territori sono attraversati dal Sarno. In particolare, per i comuni di Boscoreale, Torre del Greco e Torre Annunziata, dotati di reti fognarie: gli accertamenti sono diretti a verificare, per i primi due Comuni, lo stato di realizzazione delle opere di collettamento delle reti fognarie al depuratore “Foce Sarno” di Castellammare di Stabia, e per il Comune di Torre Annunziata, già collettato al suddetto depuratore, la completa realizzazione del sistema fognario. L’attività odierna ha quindi consentito di accertare che numerosi comuni rientranti nel bacino idrografico del fiume Sarno risultano allo stato privi di collettamento agli impianti di depurazione esistenti o addirittura privi di una propria rete fognaria, con la conseguenza che i reflui domestici vengono riversati direttamente nel corso d’acqua, contribuendo al grave inquinamento sia del fiume che dell’area marina prospiciente la foce. L’attività investigativa di oggi era diretta anche a verificare l’eventuale stanziamento di fondi pubblici per la realizzazione delle opere e l’eventuale utilizzo degli stessi.
Nel corso delle indagini sin qui condotte dai Carabinieri del Comando Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli, unitamente ai Gruppi Carabinieri Forestali di Napoli, Salerno e Avellino, e coordinate dalle Procure della Repubblica di Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata, dall’esame dei risultati delle analisi dei campioni d’acqua del fiume Sarno, effettuati dall’ARPA Campania, è emerso che, con riferimento al parametro batteriologico dell’Escherichia Coli, sono stati riscontrati, lungo tutto il corso del fiume, valori di concentrazione elevati che eccedono di gran lunga il limite massimo fissato normativamente, tanto da rendere impossibile, per lo strumento di analisi utilizzato, rilevarne l’esatto valore, soprattutto in prossimità della foce del fiume. Si tratta di uno degli elementi di pressione ambientale, caratteristico della contaminazione fecale, proveniente dagli scarichi dei servizi igienici delle abitazioni e degli opifici industriali, la cui presenza in livelli di concentrazione cosi elevati rappresenta un importante bioindicatore della compromissione della salute delle acque e assume particolare rilevanza per le possibili conseguenze negative sulla salute dell’uomo e/o degli animali, trattandosi di germi patogeni in grado di provocare patologie attraverso il circuito oro-fecale.