Salvini sa bene che le chance di vittoria della Lega in versione nazionale passano attraverso la conquista del consenso al Sud e non soltanto rinfocolando la rabbia di Pontida. Gli argomenti che il leader leghista non si azzarda più a toccare, diventano così materia prediletta dai governatori del Nord. L’Autonomia differenziata, depotenziata da un governo espugnato da meridionali, è ancora una questione cruciale per quelle Regioni in perenne conflitto con il governo centrale. Nel corso dell’intervista esclusiva rilasciata a Paese Sud, il governatore del Veneto Luca Zaia ribadisce la linea irremovibile del sua Regione sull’autonomia, rivolgendo un plauso alla proposta “soft” avanzata da Vincenzo De Luca per la Campania nelle scorse settimane. “Evitare una frattura tra efficienza e sprechi”: solo applicando questa formula Zaia intravede la possibilità di ridurre l’effettivo divario Nord/Sud. Non a caso, la considera un’opportunità per l’intero meridione. Infine, il nuovo esecutivo degli ex alleati Conte e Di Maio. Nel mirino di Zaia finiscono le promesse non mantenute durante i quattordici mesi del governo gialloverde.
1. Caro Presidente, cosa ne pensa della proposta di autonomia soft avanzata da De Luca per la sua Campania? Non ha paura che un’eventuale concessione di autonomia a Veneto e Lombardia possa ampliare il divario con il meridione? Cosa consiglierebbe ai colleghi del Sud come efficace modello produttivo?
“Come dico sempre, l’autonomia “differenziata” è come un abito sartoriale, fatto su misura per ogni regione. Ben venga quindi che il governatore De Luca abbia avanzato una proposta più soft. Di certo, noi restiamo della nostra posizione: chiediamo tutte le 23 materie previste dalla Costituzione, non una in più e non una in meno. Premesso che la salvaguardia dell’unità nazionale, la solidarietà, la sussidiarietà e la perequazione economica sono i prerequisiti di qualsiasi intesa sull’autonomia (così sgomberiamo subito il campo da chi tira sempre in ballo questi argomenti al fine ormai evidente di non far procedere il negoziato fra Regioni e Governo), l’autonomia non vuole affatto ampliare il divario tra Nord e Sud. Anzi, tutto il contrario: ciò che vogliamo proprio evitare è una frattura tra efficienza e sprechi. Le regioni del Settentrione hanno tutti gli interessi (economici e non) per vedere il Sud rialzarsi. È per questo che l’autonomia può rivelarsi un’occasione storica anche per il Meridione”.
2. Da cittadina veneta mi chiedo se sia stato utile il referendum dell’ottobre 2017, se non lo si poteva evitare e cosa è stato fatto dopo una vittoria del sì così schiacciante.
“Grazie al referendum del 2017 ho potuto portare sui tavoli romani, durante le varie trattative, la voce dei quasi due milioni e mezzo di veneti che quel 22 ottobre dissero sì al progetto dell’autonomia. Il referendum è stato essenziale e continua ad esserlo. Il governo, infatti, dato che fino a oggi non ci ha ancora presentato la sua proposta, deve tenere bene a mente che dietro al nostro progetto non c’è solamente Luca Zaia, ma ci sono tantissimi veneti che la stanno attendendo”.
3. Come è stata la sua esperienza con governo Conte? Ritiene che con un nuovo governo il processo autonomia potrebbe riprendere? Che soluzioni vede alla crisi politica attuale?
“Ad oggi, settembre 2019, ci troviamo di fronte a un nuovo governo che non è sostenuto dalla maggioranza popolare. Sono passati 688 giorni dal referendum per l’autonomia. I veneti sono stanchi di essere presi in giro e non vogliono più perdere tempo. A maggior ragione quando erano state fatte promesse che poi non sono state mantenute. Ricordo, per esempio, che il Premier Giuseppe Conte verso la fine di dicembre 2018 aveva annunciato che l’autonomia sarebbe arrivata sul tavolo del Consiglio dei Ministri entro la metà di febbraio 2019. Cosa che non è stata. È troppo facile continuare a proporre ai cittadini la manfrina della coesione nazionale, che per me è la condizione sine qua non per l’attuazione dell’autonomia, ma, al tempo stesso, non avere nessun progetto sul banco. Il governo, ora come ora, deve mettere nero su bianco la sua proposta, non ha più scuse. Non è possibile che, dopo ben 15 mesi di lavoro di governo, il Ministro Luigi Di Maio ad agosto se ne esca con la possibilità di istituire una commissione di accademici napoletani per valutare la nostra proposta di autonomia. La mia domanda è: ma cosa ha fatto in tutto questo tempo?”
4. Da ultimo, non pensa che la delicatezza del momento attuale rischi di farci perdere le Olimpiadi?
“Ormai la partita delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 è avviata: parte degli investimenti sono arrivati e i cantieri sono partiti. Ricordo però che il Movimento 5 Stelle ci ha sempre remato contro, arrivando perfino a dire che se avessimo voluto i Giochi Olimpici, ce li saremmo dovuti pagare di tasca nostra. E così è stato. Se il nuovo governo dovesse essere così incosciente da non approvare la legge olimpica prevista per l’autunno 2019, di sicuro ne pagheranno le conseguenze nel nostro territorio”.