In esclusiva per Paese Sud, Marco Esposito, giornalista e autore del bestseller “Zero al Sud” risponde a Luca Zaia. L’autonomia, così com’è disegnata dal Presidente del Veneto, non sarebbe un’opportunità per il Sud, anzi…
1) Cosa risponde al Presidente Zaia che a Paese Sud ha affermato che l’autonomia al Nord è una possibilità anche per il Sud?
L’autonomia senza trucchi è un’opportunità per tutti. L’obiettivo deve essere l’efficienza, la responsabilità, la parità dei diritti. Il disegno del Veneto, da sempre, è un altro: assicurare ai veneti più denari di adesso. Una cosa impossibile visto che per la Costituzione siamo tutti uguali, per cui si è provato a raggiungere il medesimo obiettivo di nascosto, nella certezza che il progetto sarebbe passato il 22 ottobre 2018, un anno dopo i referendum consultivi, nel disinteresse generale. Sono orgoglioso di aver fatto parte di un gruppetto di persone che è riuscito a svelare il trucco.
2) Tempo fa era uscita una classifica di “efficienza” che vedeva ai primi posti città nordiche e agli ultimi città meridionali: ce ne può parlare?
L’ha elaborata Carlo Cottarelli sulla base dei dati della Sose, una società del ministero del Tesoro. E’ una classifica curiosa, che mette in coda il Sud per livello della spesa e livello dei servizi fingendo di ignorare che il sistema messo in piedi per finanziare i Comuni, senza aver stabilito i Lep, con la solidarietà calcolata al 50% del dovuto e altre formule perverse, impedisce di capire chi offre pochi servizi perché inefficiente e chi perché sottofinanziato.
3) C’è qualcosa che i governi, di qualunque colore, hanno sbagliato nelle politiche per il Sud?
Visti i risultati, è evidente che c’è stato qualche grave errore strategico. Nel tempo mi sono convinto che si è sbagliato a non considerare il Sud come un unico soggetto. Un errore del governo ma soprattutto dei meridionali, che si muovono separati. Immaginare una politica per un’area di 20 milioni di abitanti ridotta a spezzatino e affidata a Bari, Cagliari, Campobasso, Catanzaro, L’Aquila, Napoli, Palermo e Potenza è follia. Non funziona. Il Sud deve imparare a vedere se stesso per quello che è: un’area-nazione destinataria di straordinari fondi europei da utilizzare con una visione complessiva.
4) E’ soddisfatto della sua professione di giornalista? Cosa consiglia a chi vuole intraprendere questo percorso lavorativo?
Beh, ho iniziato con la macchina per scrivere in tempi in cui si diceva “i potenti passano, i giornali restano” e adesso rischio di vedere la fine della carta stampata. Ma il giornalismo, di sicuro, non sparirà. E credo di aver dimostrato con Zero al Sud che è possibile fare un giornalismo d’inchiesta, documentato e nello stesso tempo divulgativo, in grado di incidere sulle cose. Il consiglio? Anche se i giornali appaiono uno strumento superato, restano un’ottima scuola perché rappresentano il massimo dell’approfondimento possibile nella società contemporanea. E allora suggerisco di sceglierne uno e comprarlo tutti i giorni. Sfogliarlo subito e leggere, nell’arco della giornata, prima le notizie di proprio interesse e poi un articolo al giorno (uno solo) su un tema di cui crediamo di sapere tutto o pensiamo che non ci coinvolga affatto.