Conferenza stampa per Gianpiero Ventura alla vigilia di Entella-Salernitana, tiene banco l’esclusione di Cerci dai convocati, out al pari di Mantovani, Heurtaux e Giannetti. Spazio al rientrante Gondo.
Sull’atteggiamento tattico
Prendo l’esempio della gara con il Pisa, non so quanto interessi l’aspetto tattico ai tifosi, interessa più chi gioca e chi no. Il Pisa ha cambiato atteggiamento dopo aver letto del nostro modulo, io non voglio dare vantaggi. E’ solo un vantaggio che dò all’allenatore avversario. Il problema è che dobbiamo cambiare mentalità e approccio, non siamo contenti del secondo tempo in particolare.
Sull’assenza dai convocati di Cerci
Giochiamo su un campo sintetico, se gioca su un campo sintetico non gioca più per i prossimi due mesi, con i problemi alle ginocchia che si ritrova.
Sui rientri di Cicerelli e Micai
Il primo ha avuto un altro problemino, ma l’ho convocato, al momento è più out che in, vediamo se ci può dare almeno una mano in corso d’opera. Abbiamo ancora 24 ore di tempo. Billong o Migliorini? Ho solo loro, non posso fare errori.
Chi tra Gondo e Jallow può partire al fianco di Djuric?
Gioca Gondo. Se l’avessi visto male non l’avrei fatto giocare. Ha voglia, entusiasmo, Jallow ha sempre il suo problema alle ginocchia, inizialmente partirà il primo.
Su Mantovani ed Heurtaux, anche loro out
Speravo potessero darci una mano, ma l’abbiamo fatto per nove mesi provando a coinvolgere tutti, ora credo sia difficile che loro ci possano dare una mano. Chi scende in campo dovrebbe mangiare l’erba, serve la condizione mentale e fisica perché ci sono punti importanti in palio.
Sul ritorno in campo sabato scorso
Eravamo in vantaggio meritatamente al termine del primo tempo, la ripresa ha lasciato l’amaro in bocca, siamo calati. C’è tanto rammarico ma ci sono ancora nove partite, se ambiamo ambizione possiamo recuperare.
Su Pierino Prati
Io sono di quella generazione che l’ha vissuto. Ho visto la sua tripletta all’Ajax, i suoi gol ce li ho negli occhi, sono amico di Rivera e mi racconta dei suoi assist, mi ricorda un calcio che non c’è più, un calcio romantico e che mi manca.
Sul manto sintetico
Cerci non c’entra niente il contratto, io non faccio il dirigente. Cerco di tutelarli dal punto di vista atletico, ce la vedremo con la società più in là. Sul campo sintetico, è diverso, è veloce e le squadre avversarie hanno sempre sofferto, l’Entella ci si allena tutti i giorni. Una squadra costruita bene, può dar fastidio.
Sulle pressioni
Non c’è abitudine a giocare per qualcosa di importante probabilmente, se ci si vuole giocare per qualcosa di importante, ci si deve abituare, non è un dazio da pagare ogni volta. Arrivare quarti o sesti, cambia poco, c’è un piccolo vantaggio ma sempre i playoff si devono disputare, può succedere di tutto. Non può essere partita da dentro o fuori, ci sono altre 8 partite, è una partita importante come anche le prossime.
Sul futuro
Non ho ancora rinnovato, ma lo farò. Solo chi sogna può avere ambizioni, le ambizioni sono figlie di quello che si vuole vivere, per avere emozioni devi saper trasmettere emozioni, dobbiamo creare presupposti per viverle.
Sull’esperienza all’Entella
Grande amicizia con il presidente e con il direttore sportivo, abbiamo conquistato il professionismo e abbiamo lanciato tanti giovani, tra di loro c’era Spalletti. Ricordo molto piacevole, la mia gioventù, difficilmente mi emoziono ma non sono mai stato più su quel campo e ci vado cercando di vincere la partita ma con l’emozione di tornare lì, sono passati 30 anni. Il presidente ci rimase male quando andai via, ma io avevo le mie ambizioni. Resta un ricordo bellissimo.