Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha riferito in aula al Senato le sue comunicazioni su ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza Covid. “Dobbiamo disincentivare gli spostamenti tra Regioni, e il 25, 26 e primo gennaio limitare anche gli spostamenti tra Comuni”. Il decreto impedirà, a Natale, Santo Stefano e nel primo giorno dell’anno nuovo, di spostarsi dal proprio Comune di residenza.
Il divieto di mobilità ha monopolizzato lo scontro tra il Governo e le Regioni nel corso degli ultimi giorni, una trattativa intavolata con l’obiettivo, da parte dei governatori, di indurre l’Esecutivo ad autorizzare gli spostamenti interregionali tra zone con lo stesso colore, intento che si è infranto sulla linea dura di Palazzo Chigi. Ed è dunque stato approvato il decreto-legge che introduce modificazioni urgenti della legislazione emergenziale per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19.
Le misure del nuovo Dpcm. Un allentamento soltanto parziale, per non commettere gli stessi errori dell’estate e per non ritrovarsi in una situazione critica dopo l’Epifania. La terza ondata tanto temuta può essere scongiurata secondo il Governo concedendo qualche apertura in meno durante il periodo natalizio. Bar e ristoranti chiusi, l’Italia non più suddivisa per colori ma trasformata in un’unica zona gialla “rafforzata” e, soprattutto, la permanenza del coprifuoco. Elemento, quest’ultimo, che condizionerà inevitabilmente i cenoni delle vigilie, imponendo la ritirata non oltre le 22. Nessuna deroga, dunque, per il 24 e il 31, proprio per non incentivare situazioni di convivialità e di ritrovo. Per il Capodanno, addirittura, restrizioni più severe: dalle ore 22 del 31 dicembre 2020 alle ore 7 del 1 gennaio 2021 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute La Conferenza Espiscopale ha confermato la disponibilità ad anticipare le messe natalizie. Per pranzi e cenoni il Governo non fissa il numero di persone a tavola ma dovrà trattarsi di conviventi, appartenenti allo stesso nucleo familiare. Ma dal nuovo Dpcm proviene soltanto una forte “raccomandazione”.
La linea del Governo è decisamente più rigorista rispetto ai mesi scorsi. L’obiettivo è quello di scoraggiare i viaggi che non siano necessari, limitando al massimo gli spostamenti. Dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 saranno vietati gli spostamenti tra Regioni diverse (compresi quelli da o verso le province autonome di Trento e Bolzano), ad eccezione degli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. La prudenza del Governo scaturisce dalla consapevolezza che buona parte dei contagi avviene in famiglia e nel corso degli spostamenti. Il 25 e il 26 dicembre 2020 e il 1° gennaio 2021 saranno vietati anche gli spostamenti tra Comuni diversi, con le stesse eccezioni (comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute). Sarà sempre possibile, anche dal 21 dicembre al 6 gennaio, rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione. Al 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 sarà vietato spostarsi nelle seconde case che si trovino in una Regione o Provincia autonoma diversa dalla propria. Il 25 e 26 dicembre 2020 e il 1° gennaio 2021 il divieto varrà anche per le seconde case situate in un Comune diverso dal proprio.
Tutti coloro che arrivano in Italia dai paesi extra Schengen dovranno rimanere in quarantena per 14 giorni. È scritto nella bozza del Dpcm inviato alle Regioni in base al quale le persone che entrano in Italia da quei paesi “sono sottoposte alla sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni presso l’abitazione o la dimora indicata”. Per sciare, invece, tutto rimandato a dopo le Feste, dal 7 gennaio 2021: gli impianti saranno aperti agli sciatori amatoriali con l’adozione delle linee guida di Regioni e Province autonome validate dal Cts. La vera novità è che le restrizioni rimarranno in vigore fino al 15 gennaio: il testo estende il limite massimo di vigenza dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) attuativi delle norme emergenziali, portandolo dagli attuali trenta a cinquanta giorni.
Mentre le linee guida preparate dalla Commissione Ue sulle misure anti-Covid suggerivano, al fine di ridurre i rischi di trasmissione nel periodo che segue la stagione delle festività, l’allungamento delle vacanze scolastiche in modo da introdurre un periodo cuscinetto ed evitare la diffusione dei contagi a scuola, il ritorno in classe al 50 per cento per gli studenti delle superiori avverrà a partire dal 7 gennaio, come previsto dalla bozza del nuovo Dpcm che sarà in vigore a partire da domani: “Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado – si legge – adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica in modo che il 100 per cento delle attività sia svolta tramite il ricorso alla didattica digitale integrata e che, a decorrere dal 7 gennaio 2021, al 50 per cento della popolazione studentesca sia garantita l’attività didattica in presenza”.
Slitta alle 21 l’orario di chiusura dei negozi per promuovere lo shopping natalizio, con ingressi contingentati per evitare assembramenti. Fino al 6 gennaio 2021, dunque, l’esercizio delle attività commerciali al dettaglio è consentito fino alle ore 21. Nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei mercati e dei centri commerciali, gallerie commerciali, parchi commerciali, aggregazioni di esercizi commerciali ed altre strutture ad essi assimilabili, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi ed edicole”. I ristoranti resteranno aperti a pranzo anche a Natale, Santo Stefano, Capodanno e l’Epifania. La bozza del nuovo Dpcm non prevede infatti restrizioni ulteriori rispetto all’orario limitato dalle 5 alle 18 anche per i bar e altri locali di somministrazione cibi e bevande. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Sarà consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. Resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati; dalle ore 18 del 31 dicembre 2020 e fino alle ore 7 del 1° gennaio 2020, la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive è consentita solo con servizio in camera.
Per scongiurare gli assembramenti da “struscio” nelle vigilie, può essere disposta per tutta la giornata o in determinate fasce orarie la chiusura al pubblico di quelle strade o piazze nei centri urbani dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso.
Sospese le attività di piscine, palestre e centri benessere. Sospesi ancora gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto. Ancora chiusi i musei e i luoghi della cultura ad eccezione delle biblioteche dove i relativi servizi sono offerti su prenotazione e degli archivi, fermo restando il rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica. Resta sospeso lo svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni. Sono esclusi i casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari o in modalità telematica, e sono esclusi i concorsi per il personale del servizio sanitario nazionale, compresi, ove richiesti, gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo e di quelli per il personale della protezione civile.