Alessio Cerci, trentaduenne originario di Velletri e calciatore dal passato importante, sarà il leader della Salernitana affidata al motivato ed ambizioso Giampiero Ventura. I due sono pronti a rispolverare a Salerno il feeling tecnico ed umano che ha connotato alcune fondamentali tappe comuni. Le migliori stagioni del neo fantasista granata, infatti, hanno registrato la presenza dell’allenatore ligure ai bordi del campo nelle vesti di suggeritore. Storia di dodici anni fa, quando i due s’incontrarono a Pisa e, supportati dal resto del gruppo, diedero vita ad una stagione ricca di soddisfazioni. L’annata terminò in maniera entusiasmante per il talentuoso ventenne laziale, che realizzò ben dieci reti e sette assist. Avaro di soddisfazioni fu il successivo campionato disputato con l’Atalanta di Del Neri, seppur caratterizzato da un discreto minutaggio in massima serie. Il ritorno alla casa madre Roma, squadra nella quale aveva esordito in serie A ancor prima di raggiungere la maggiore età, gli fece recuperare parzialmente il sorriso. Poco spazio in campionato, ma anche alcune prestazioni notevoli in Europa League, dove Cerci timbrò il cartellino sia in termini di reti realizzate che di assist forniti ai compagni. Prestazioni e potenzialità calcistiche che non sfuggirono all’occhio attento degli operatori di mercato della Fiorentina, che strappò il ragazzo all’ampia concorrenza e lo affidò alle cure di mister Sinisa Mihajlovic. Due stagioni che consacrarono definitivamente il valore calcistico del trentaduenne neo granata. Dodici reti e cinque assist costituirono il bottino finale dell’esaltante biennio. Carriera ormai lanciata e nuovo incontro provvidenziale con il mentore Giampiero Ventura, il quale approdato a Torino, sponda granata, decise di affidare le sue strategie offensive all’estro del decisivo Cerci. Intuizione che fu ampiamente ripagata sul terreno di gioco, con il sempre più vivido Alessio che, in un biennio, fu autore di 23 reti e ben 21 assist vincenti. Esplosione definitiva che incontrò la giusta ricompensa di diverse convocazioni in Nazionale (14 presenze finali in maglia azzurra). A partire da quel momento, nonostante l’attenzione crescente di grandi club (Atletico Madrid e Milan su tutti, ma anche il Genoa) fiondatisi sul suo talento per migliorare la loro cifra tecnica, Cerci ha perso qualcosa dal punto di vista della costanza di rendimento e della spinta motivazionale. Prima di riprendersi parzialmente a Verona (stagione 2017-2018: 3 reti e 3 assist), dove però non è riuscito ad evitare la retrocessione in B del club scaligero. L’ultima esperienza professionale dell’ex virgulto giallorosso ha avuto come palcoscenico il calcio turco (Ankaragacu), dove le poche soddisfazioni sono però arrivate soprattutto dalla Coppa Nazionale, mentre in campionato, complici alcune difficoltà relazionali, è arrivato un accantonamento tecnico pressoché immediato. L’occasione del riscatto a Salerno, dove potrà dimostrare nuovamente di essere il devastante offensivo destro a piede invertito che ha seminato per anni il panico nelle fasi difensive avversarie. Abilissimo nell’uno contro uno, bravo ad accentrarsi dalla fascia destra per sprigionare il suo sinistro verso le porte avversarie o per confezionare preziosi assist vincenti ai compagni, Cerci potrà offrire il suo contributo anche da trequartista alle spalle di una o due punte. Personalità, rapidità di esecuzione, intuizioni e un educatissimo piede mancino fanno di lui un autentico lusso per la categoria. Pertanto, ribadendo che il valore del ragazzo non è assolutamente sottoponibile a discussioni di merito – la carriera parla in suo favore – non ci resta che attendere gli esordi in maglia granata per testarne le motivazioni e lo stato di forma. Premessa analitica obbligatoriamente cauta: i flop di Foggia, Rosina e Di Gennaro, purtroppo, impongono all’intera tifoseria granata di attendere i riscontri del terreno di gioco.
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