Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge in merito alla governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e alle prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di snellimento delle procedure. Il decreto prevede la riduzione dei i tempi per la valutazione di impatto ambientale dei progetti che rientrano nel PNRR, di quelli finanziati dal fondo complementare e dei progetti attuativi del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC). La durata massima della procedura sarà di 130 giorni.
Per accelerare il raggiungimento degli obiettivi nazionali di decarbonizzazione sono semplificate le procedure autorizzative che riguardano la produzione di energia da fonti rinnovabili, la installazione di infrastrutture energetiche, impianti di produzione e accumulo di energia elettrica e, inoltre, la bonifica dei siti contaminati e il repowering degli impianti esistenti. Un provvedimento che, secondo Legambiente, riserva dei rischi sul fronte delle infiltrazioni mafiose. La parte più significativa delle risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, infatti, è destinato alla transizione ecologica ed è facile immaginare quali appetiti sta scatenando l’attesa degli inventi investimenti previsti. “Sappiamo per esperienza che le mafie sono pronte ad approfittare di qualsiasi occasione si presenti – afferma Stefano Ciafani di Legambiente – compresa la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (dall’eolico alle biomasse), la bonifica di siti contaminati, la gestione dei rifiuti, le infrastrutture per la mobilità. Nel corso degli anni abbiamo censito ben 371 clan con interessi diretti nelle diverse filiere dell’ecomafia e non possiamo permettere, confondendo la semplificazione con la “deregulation”, che lo sforzo straordinario a cui è atteso il nostro Paese nei prossimi anni sia vanificato da questi interessi illegali o criminali”.
Secondo l’organizzazione ambientalista l’accelerazione delle procedure autorizzative e della realizzazione delle opere utili alla transizione ecologica del Paese si può mettere in pratica non solo mettendo in campo le adeguate semplificazioni ma anche potenziando l’organico che fa le istruttorie sui progetti presentati nell’ambito del PNRR e rendendo uniformi su tutto il territorio nazionale le azioni di prevenzione, controllo e repressione del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA). Per procedere speditamente, inoltre, è altrettanto importante prevedere anche l’obbligatorietà degli strumenti partecipativi per tutte le opere previste dal PNRR, in modo tale da coinvolgere i territori sulla loro realizzazione, rivedendo la normativa sul Dibattito pubblico e sull’Inchiesta pubblica.
La semplificazione delle procedure per le opere di impatto rilevante è uno dei pacchetti principali del decreto: sono comprese, ad esempio, l’alta velocità ferroviaria sulla tratta Salerno-Reggio Calabria, l’alta velocità/alta capacità sulla Palermo-Catania-Messina. Nel decreto trova conferma, inoltre, il cosiddetto ‘appalto integrato’, in cui progettazione ed esecuzione dei lavori sono oggetto della stessa gara e affidati allo stesso aggiudicatario, svilendo così a vantaggio degli interessi privati il ruolo e le competenze della Pubblica amministrazione e indebolendone la capacità progettuali e di supervisione.
Permangono le preoccupazioni manifestate in relazione alla proroga, per il momento fissata al 2023, delle deroghe al Codice degli appalti, all’ulteriore innalzamento delle soglie di valore per affidamenti diretti senza gara, e alla stessa liberalizzazione dei subappalti posticipata al 1 novembre 2021. “La logica emergenziale e la conseguente “fuga dalla regole” e dai controlli allargano così il loro raggio di applicazione, nonostante la comprovata natura criminogena. – commentano da Libera – In questa fase cruciale di rilancio degli investimenti pubblici gli strumenti di contrasto e prevenzione di mafie e corruzione andrebbero rafforzati e resi più efficienti, non considerati un intralcio, causa di rallentamento nell’applicazione di astratti, e certo condivisibili, principi di semplificazione e velocizzazione.
Secondo l’associazione contro le mafie, va attuata in tempi brevi l’annunciata razionalizzazione, riduzione e qualificazione delle stazioni appaltanti, insieme con il potenziamento e la valorizzazione del ruolo dell’Anac.