<<Orgoglio Campano! Abbiamo fatto un miracolo sanitario con 20mila unità di personale medico-ospedaliero in meno. Dobbiamo essere orgogliosi!>>
Non va per le mezze misure il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che oggi (venerdì 13 novembre, ndr), dalle ore 15:00 si è nuovamente rivolto ai suoi concittadini in diretta facebook.
Così, rispetto ad una narrazione mediatica nazionale che vede da giorni la Campania sempre più sull’orlo di una vera e propria disfatta sanitaria, Vincenzo De Luca passa al contrattacco, scegliendo di denunciare una campagna di <<Antimeridionalismo e Antinapoletanismo da sempre latenti, frutto di uno sciacallaggio politico contro la Campania e contro il lavoro eroico del personale sanitario>>.
Per tutto il lungo discorso pronunciato dal Presidente De Luca, non è mai realmente chiaro chi sia il vero responsabile di questo “attacco”. Netta è invece la distanza presa anche dall’azione di Governo delle ultime settimane.
<<Dividere il Paese in zone scelta scriteriata, creando conflitti fra territori e categorie economiche. Situazione caotica derivante dalle scelte del Governo che noi non abbiamo condiviso>>. Quella delle Zone differenziate per colore viene definita da De Luca una <<vera idiozia>>, continuando però ad evocare la mancata opportunità per la Campania di diventare zona rossa.
Così la lunga diretta si è divisa praticamente in due fasi: la prima è stata un elenco di tutte le azioni effettuate dalla Regione Campania come la tempestiva chiusura delle scuole; l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto; le restrizioni su mobilità, manifestazioni, cerimonie e movida. Tutte misure sulle quali, secondo De Luca, la Campania ha fatto da apripista agli imperdonabili ritardi del Governo, che ha poi dovuto inevitabilmente seguire il “modello Campania”.
Finito l’elenco del “miracolo sanitario campano” è poi iniziato quello degli attacchi a Governo e opposizione; e ancora al lungomare aperto di Napoli, scelta di <<chi doveva decidere, ed invece era in giro a farsi pubblicità, mentre altri sindaci hanno avuto il coraggio di chiudere zone pedonali, piazze, locali>> (velato ma non troppo il riferimento a Luigi De Magistris, ndr). Fino ad evocare lo scioglimento del Governo: <<Fatto salvo qualche Ministro, se si è costretti a condividere l’azione amministrativa con certi personaggi (come Luigi Di Maio, ndr) sarebbe meglio mandarli a casa e riformare un nuovo Governo capace e di unità nazionale>>.
Nonostante i toni fermi e severi del Presidente De Luca, però, non tutti i nodi vengono al pettine. Riguardo il tragico episodio della morte dell’84enne Giuseppe C. all’ospedale Cardarelli di Napoli, De Luca attacca l’autore del video definendolo una bestia, che non sarebbe dovuto essere nemmeno lì con pochi decimi di febbre. <<Una vergogna>>, e basta.
Un passaggio durato poco più di un minuto e non una parola di più sull’episodio, con un’inesattezza non indifferente: proprio alla prima pagina del protocollo “Gestione del Paziente Covid-19”, emesso dalla stessa Regione Campania il 2 novembre 2020, rientrano nella gestione ospedaliera anche i pazienti positivi asintomatici ma con febbre superiore ai 37,5 gradi.
Il sottodimensionamento di 20mila unità di operatori sanitari a cui fa riferimento De Luca non è legata all’emergenza Covid, ma lo stesso Presidente ne parla come se fosse imputabile a qualcuno, sicuramente qualcuno che non ha governato la Regione negli ultimi 4 anni.
Il “Presidente Sceriffo” spara infine le ultime cartucce del suo discorso sulla falsità delle <<scene di guerra in Campania>>, facendo riferimento a quanto dichiarato dal consulente del Ministro della Salute, Walter Ricciardi. Eppure sono tante le denunce e le video-testimonianze che stanno circolando sullo stato organizzativo dei reparti ospedalieri campani. Senza contare l’enorme problema della completa interruzione di tutti i servizi laboratoriali in diverse strutture, a partire dal capoluogo salernitano, roccaforte deluchiana, dove l’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi di Aragona ha interrotto tutte le prestazioni ambulatoriali (analisi del sangue, TAC, risonanza magnetica, ecc…) e dei ricoveri programmati, ormai dal 17 marzo 2020.
Marco Giordano