L’export italiano rischia di risentire delle pesanti diatribe internazionali, degenerate in una guerra commerciale senza precedenti nel recente passato. I 7,5 miliardi di dollari di dazi americani sui prodotti europei approvati dal Wto, costituiscono un impedimento per le aziende del settore agroalimentare, e non solo, che esportano sul mercato americano. Il dipartimento del commercio Usa sta diffondendo una lista di beni che intende colpire applicando dazi del 25% ma che in teoria possono raggiungere il 100%. Secondo una prima valutazione, l’Italia sarebbe il secondo paese colpito dopo la Francia e il settore agroalimentare quello destinato a subire la ferita più sanguinosa. Nella black list figurano prodotti come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Pecorino, succhi e liquori. Graziata, invece, la Mozzarella di Bufala Campana, che vale 10 milioni di euro sul mercato Usa. “I dazi sono un colpo al sistema delle eccellenze italiane, anche se la mozzarella di bufala campana fortunatamente è stata esclusa dalla lista dei prodotti sottoposti a nuovi dazi”, afferma Pier Maria Saccani, direttore Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop. “L’export – prosegue Saccani – è voce fondamentale del made in Italy, noi continuiamo a credere nel libero mercato come opportunità di crescita. Sulla decisione di non imporre dazi anche sulla nostra mozzarella di bufala campana crediamo che possano aver influito gli ottimi rapporti bilaterali con le organizzazioni americane“.
Al consumatore americano un chilo costa in media 45 dollari (20 euro di produzione +2,5 di dazi +20 euro tra spedizione e intermediazioni). Al consorzio della Bufala Campania temevano un crollo delle vendite e una perdita consistente di fatturato. Significativa, invece, l’assenza del vino che è il prodotto Made in Italy più esportato in Usa.
Una manovra che di fatto è un esplicito tentativo di dividere l’Unione Europea. Dalla Coldiretti si appellano esplicitamente al Presidente del Consiglio: “Ora è necessario aprire la trattativa a livello comunitario e nazionale dove una buona premessa al confronto sono le importanti relazioni con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha saputo costruire il premier Giuseppe Conte” ha affermato il Presidente Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza che “vengano attivate al più presto forme di sostegno ai settori più duramente colpiti”.