Tra l’infinità di luoghi comuni di cui sono sature la maggior parte delle conversazioni, ce n’è uno in particolare con cui mi ci sono trovata spesso d’accordo, che ho pienamente condiviso, almeno fino a questo momento.
“Il libro è migliore del film“ è una delle tante pseudo verità che crediamo di possedere ma che in realtà, in quanto tale può essere smontata.
È il caso della serie televisiva “L’amica Geniale” di Saverio Costanzo, dall’omonimo best seller di Elena Ferrante. Non si tratta di comparare la bellezza del prodotto letterario e televisivo, ma di coglierne il perfetto equilibrio nella trasposizione. Libro e film, in quanto generi artistici differenti, non possono essere paragonati ma apprezzati in quanto due capolavori in forme diverse, il secondo fedele al primo ed altrettanto passionale e coinvolgente.
La serie evento “L’amica geniale“ nella sua prima edizione dello scorso anno ha raggiunto il record di ascolti, già solo nelle prime due puntante, infatti, è stato registrato uno share del 23,5% destinato a crescere nel corso della stagione.
Tra i personaggi cardine, oltre quelli di Lila e Lenù, bambine e adolescenti, va annoverata la Maestra Oliviero, fulcro intorno al quale si sviluppa la storia, occhi di chi ha colto nelle due bambine un potenziale che diventerà centrale all’interno della trama. La Maestra Oliviero, interpretata dalla talentuosa Dora Romano, collocato in un periodo storico di subordinanza femminile al sesso – così definito – dominante, rappresenta un personaggio d’avanguardia.
Abbiamo scambiato una piacevole chiacchiera con la grande Dora Romano, per conoscerne meglio il personaggio e la persona, per scindere in una visione tendenzialmente pirandelliana Dora dalla Maestra Olivero, due donne forti e indipendenti.
L’attrice, originaria di Castellammare di Stabia, nonostante gli innumerevoli successi ha conservato una profonda umiltà trapelata fin dal primo scambio di battute quando nell’averla definita un’artista del mondo dello spettacolo ha mostrato una leggera titubanza nei confronti di quell’appellativo, del tutto meritato. Ha raccontato, infatti, come il suo incontro con questo mondo sia avvenuto all’età di 5-6 anni, in una maniera del tutto spontanea e poco pretenziosa, tipica dell’ingenuità infantile di chi mai si sarebbe aspettato di divenire un personaggio di spicco all’interno del teatro e del cinema italiano.
L’approccio al mondo teatrale e cinematografico, come racconta l’attrice, è il medesimo, ciò che cambia è lo strumento e soprattutto la concentrazione. Per una rappresentazione teatrale, infatti, è necessario un lungo percorso di prove finalizzato all’esibizione e al contatto diretto con lo spettatore. Nel cinema, il percorso è differente, in quanto ogni minimo dettaglio colto dalla macchina da presa, soprattutto nei piani ravvicinati, appare fondamentale, ogni espressione è quindi cardinale.
A seguito della laurea in sociologia, ha ottenuto il diploma di recitazione “Bottega teatrale di Firenze” diretta da Vittorio Gassman, facendo gavetta con i più grandi del teatro, tra cui il magnifico Eduardo De Filippo.
Il suo imprinting teatrale non è stato ostacolante per una carriera destinata al piccolo e al grande schermo e ciò è dovuto soprattutto ad un profondo rispetto nei confronti del personaggio da interpretare.
“Per ogni ruolo utilizzo la tecnica della memoria emotiva, di Stanislavskij, ripresa poi dai maestri americani- ha dichiarato Dora Romano– cerco di ricreare nella mente, nel cuore ed anche nel corpo, le sensazioni che il personaggio mi rimanda, mettendo insieme anche i miei ricordi”.
La tecnica della memoria di Stanislavskij , adottata poi da Lee Strasberg negli actors studios ha l’obbiettivo di portare il personaggio al livello di persona, partendo dal concetto che ognuno di noi è quel che ricorda, sia a livello conscio che a livello inconscio. Pertanto, sulla base dell’immedesimazione, Dora Romano ha raccontato come per interpretare il celebre personaggio della Maestra Oliviero, si sia servita dei propri personali ricordi legati a tre insegnanti in particolare, dalle elementari al ginnasio.
“Ho cercato di donare umanità a questo personaggio – ha spiegato l’attrice – anche in un contesto in cui questa qualità veniva a mancare”.
È forse questa la ragione per cui il personaggio della Maestra Oliviero ha riportato in ognuno di noi un senso di protezione, permettendoci di ricordare quelle caratteristiche dell’archetipo dell’insegnante, tanto rigorosa quanto materna. Tale veridicità ha colpito maggiormente i piccoli attori con cui Dora ha lavorato nelle prime due puntate della prima edizioni, gli studenti delle classi elementari.
“I bambini mi chiedevano spesso il permesso di andare al bagno, di uscire, rivolgendosi a me come ad una vera maestra – ha raccontato – questo perché per i bambini il gioco è una cosa molto seria. Loro devono credere nel gioco per essere dentro ed è importante farglielo credere. Anche se, da un lato, è stato spiazzante ed imbarazzante per me sentirmi chiedere il permesso”.
La Maestra Oliviero, nel piccolo rione in cui si respira il rimasuglio della guerra in piccola parte, l’emarginazione, le teorie di sottomissione femminile date per scontato, si propone come un personaggio avanguardista per la tenacia nell’indipendenza femminile, ma in realtà dell’essere umano in genere, attraverso la cultura, unica possibilità di distacco da un luogo e soprattutto una costruzione di pensiero comune vincolata ad un’unica visione del giusto e sbagliato.
“Si deve tanto al femminismo – racconta Dora Romano – in quegli anni, molte donne della generazione precedente alla mia, come anche mia madre, erano ancorate all’idea diffusa soprattutto a causa della chiesa, secondo cui la donna dovesse essere vincolata unicamente al ruolo di madre e di moglie e nient’altro. Io nel mio piccolo, pur non prendendo mai parte ad una manifestazione, ho lottato per l’indipendenza della donna”.
Possiamo affermare, senza alcun dubbio, che ci sia abilmente riuscita. In un periodo in cui la tematica del femminismo appare ancora scottante, Dora Romano rappresenta la libertà femminile di come nonostante gli stereotipi a cui spesso viene sottoposta la donna, ognuno di noi può inseguire e realizzare i propri sogni.
“Vorrei che non ci fosse più nessuna manifestazione per la donna – ha continuato – ormai siamo nel 2020, siamo andati più volte sulla luna e ancora, invece, è difficile capire questi concetti base”.
Con una profonda riflessione non solo cinematografica ma soprattutto sociale si è concluso il nostro incontro con una donna talentuosa ma soprattutto portatrice di sani valori. Dora Romano così come la tanto amata Maestra Oliviero rappresentano due donne unite dalla forza e dalla tenacia al femminile.