Le festività natalizie, si sa, sono tra le più attese dell’anno. C’è chi ama trascorrerle in famiglia, chi preferisce festeggiare con i propri amici e chi adora dedicare del tempo a se stesso. Tutti i piccoli comuni dell’Agro Nocerino Sarnese sono accomunati dalla più grande delle consuetudini: il cenone delle Vigilie. Ebbene sì, al plurale, perché sia il 24 dicembre sia il 31 tutte le famiglie dell’Agro si riuniscono intorno ad una grande tavola imbandita e si accingono a consumare soddisfatti tutto ciò che le nonne e le madri pazienti hanno provveduto a cuocere, o per meglio dire, a friggere. La tradizione campana impone, nel periodo che intercorre tra la Vigilia di Natale e il 6 gennaio, di dire addio alla monotona dieta equilibrata, per deliziare il palato con interminabili pranzi che vanno poi a confondersi con la cena. La tradizione culinaria cambia da provincia a provincia, da paese in paese. Mettetevi comodi, la lista delle leccornie e delle ricette sarà lunga.
Le tradizioni culinarie del 31 dicembre e l’interminabile cenone
Ogni pranzo prefestivo che si rispetti inizia sempre con un abbondante antipasto a base di frittura di pesce. Un’antica tradizione, a metà tra il sacro e il profano, impone infatti che nei giorni di Vigilia non si consumi carne di qualsiasi genere, un po’ come si è abituati a fare nei venerdì di quaresima. L’antipasto, composto per lo più da calamari fritti, gamberetti fritti e baccalà – indovinate un po’ – fritto, è seguito dalle gustosissime linguine con le vongole, preferibilmente veraci. Si passa poi al secondo primo – dato che uno solo sarebbe troppo misero – costituito di solito dai paccheri allo scoglio, oppure dagli spaghetti con sugo di scampi, grossi crostacei simili ai gamberi dalla polpa gustosa che arricchiscono il sugo con il loro sapore di mare. Dopo circa mezz’ora, per permettere allo stomaco di riposare e ai commensali di interloquire, la padrona di casa porta in tavola le più svariate specie di pesci cucinati al forno, accompagnati però da contorni di verdure, rigorosamente fritte – guai a bollirle! La dieta può aspettare.
Il pranzo, naturalmente, non termina di certo con il secondo. Ecco che, prima del trionfo di dolci fatti in casa, la cuoca posiziona al centro della tavola un vassoio pieno di frutta secca: noccioline, arachidi, noci, ma attenti a non gettare i gusci. Possono sempre servire, in serata, per segnare i numeri durante l’imprescindibile tombolata. Infine, quando tutti vorrebbero alzarsi da tavola con le pance piene, gonfie e pesanti, ecco che la nonna ci porta in tavola due tra le sue creazioni culinarie più magiche, gli struffoli e le zeppole di Natale. Tipiche delle nostre zone, struffoli e zeppole sono il frutto di un duro lavoro e nascono da un’antica tradizione. Il procedimento, molto lungo, necessita di pazienza, abilità nel modellare l’impasto e molta forza nelle braccia. La fase più delicata è però la cottura. Le zeppole, in modo particolare, per essere fedeli alla tradizione devono necessariamente essere croccanti all’esterno e morbide all’interno. Nel caso degli struffoli, invece, l’olio bollente può essere un grande nemico. Se l’impasto non è stato lavorato bene, la pallina rischia di frantumarsi mentre si cuoce. Una volta terminata la fase di cottura inizia quella decisiva: la decorazione. Zeppole e struffoli vengono immersi nel miele bollente che raffreddandosi dona alle nostre creazioni un retrogusto agrodolce.
La movida nocerina, lati positivi e lati negativi
Nell’attesa dell’immenso cenone, la tradizione impone che le persone si riversino per le strade per andare a divertirsi nella piazza principale di Nocera Inferiore, città capitale dell’Agro. Il 31 dicembre, da mezzogiorno fino a tarda sera, Piazza del Corso si presenta gremita di persone che danzano e bevono a ritmo di musica. Tradizione che ha spopolato solo negli ultimi anni, quella di trascorrere la prima parte della Vigilia in giro per le strade di Nocera è un’abitudine che interessa in modo particolare giovani e adolescenti. Ospitando persone che provengono anche dai paesi limitrofi, la città piomba però nel caos più totale. Le strade, in auto, diventano impercorribili e chi non ama la confusione è costretto a barricarsi in casa per l’eccessivo trambusto. Nel cuore della Capitale delle Vigilie, come è stata soprannominata dai nocerini stessi, si respira una spensierata aria di festa, anche se spesso non mancano tafferugli, atti di vandalismo e l’estremo abuso di superalcolici.
Già da alcuni anni, il sindaco della città ha categoricamente vietato il consumo di tali bevande da parte degli adolescenti, ma questo sembra non bastare per regolare i comportamenti di quanti, in quei giorni, scendono in piazza per trascorrere qualche ora con i propri amici. Quello che, più di tutto, lascia basiti i cittadini di Nocera è lo stato di assoluto disordine e sporcizia in cui le strade della città vengono lasciate quando è ormai tardi e tutti rincasano per potersi godere il cenone. Cocci di vetro, bicchieri e bottiglie di plastica, oggetti smarriti vengono abbandonati a loro stessi, divenendo testimoni di una incredibile e disarmante inciviltà. Basterebbe iniziare ad essere meno egoisti e imparare a divertirsi nel più completo rispetto delle regole del saper vivere, ricordandosi che ognuno di noi è parte di una comunità.